Ray Vendetta: «Molti considerano i Triple Darkness come il Wu-Tang inglese»
Abbiamo intervistato il rapper del Regno Unito, Ray Vendetta, che ci ha raccontato com’è diventato un membro dei Triple Darkness, lo storico gruppo della scena underground Rap inglese. Ray ci ha anche raccontato dei suoi progetti migliori, dei suoi collegamenti con la scena underground americana, dell’esplosione della drill inglese e della situazione della scena Hip-hop underground e molto…
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Bella! Grazie Ray per averci permesso di farti qualche domanda! Puoi, per favore, raccontarci di che zona di Londra sei e come sei venuto in contatto con la cultura Hip Hop, inizialmente?
RAY VENDETTA: “Nato e cresciuto nei quartieri di Haringey e Enfield, Londra Nord. La cultura Hip-Hop mi è sempre girata intorno da quando ho dei ricordi. Mio padre e i miei zii mettevano un sacco di Hip-Hop fine anni ‘80 e inizi ‘90, perciò per me sono sonorità che mi sono sempre state familiari. Da ragazzino, i contenuti del Rap mi affascinavano per ovvi motivi, anche se la maggior parte dei testi non li coglievo nel loro vero significato.”
Hai iniziato la tua carriera come membro dei Triple Darkness, giusto? Puoi dirci qualcosa della storia di questo collettivo e di come sei entrato a farne parte? Qual’è stata la sua importanza nella scena underground inglese?
RAY VENDETTA: “I Triple Darkness sono stati fondati nei primi anni 2000 da Cyrus Malachi, M9 e Nasheron aka Crown Nectar. Cyrus e Nasheron precedentemente componevano il duo degli Hearesy. Loro sono quelli che hanno iniziato, mentre io divenni un membro della formazione allargata intorno al 2012/2013, dopo che Cyrus Malachi e M9 che stavano cercando mcs per l’espansione del gruppo, sono stati messi al corrente dei miei primi lavori dal producer Endemic, che era rimasto impressionato da alcuni delle mie prime tracce/video su Youtube”.
I Triple Darkness sono considerati il Wu Tang inglese da tanti. Questo è il titolo che la scena ci dava costantemente, una volta che Cyrus e M9 hanno espanso il team oltre i 3 membri del nucleo iniziale. I Triple Darkness hanno iniziato a farsi un nome quando hanno pubblicato il loro album di debutto “Anathema“, un classico acclamato dalla critica che iniziò il paragone con il WU e giustamente…
Da dove nasce il nome Ray Vendetta?
RAY VENDETTA: “I miei primi nomi da rapper erano Rapping Ray, poi YUNG Scavenger, ma questo era prima che cominciassi a prendere il rap seriamente. Una volta che l’ho fatto, mi diedi il nome VENDETTA.
Questa era a metà della mia adolescenza, mentre studiavo Cosa Nostra e tutte le robe legate alla Mafia. Mi piaceva il termine “vendetta” e ciò che significava, come ritorsione e restituire (era la mia giovane mente a lavoro lol). Mio fratello da tanto tempo Bad Company mi suggerì di aggiungere RAY al titolo in tarda adolescenza. Mi piacque l’idea perciò l’ho tenuto da allora.
Gli altri miei alias sono Ray of Light, Rayzah Sharp, Master Chambers e Daddylongluv.”
A fine Aprile, hai pubblicato “Son Of Floyd”. Puoi parlarci del concept, del titolo e del processo realizzativo di questo album?
RAY VENDETTA: “SON OF FLOYD è la prima parte di una serie di progetti che ho intitolato “The Legacy Agenda“. Questi progetti sono dedicati alla mia famiglia. Ho immaginato sarebbe stato giusto iniziare con mio padre, perciò ho scelto questo lavoro come punto di partenza.
Il progetto in sé era inizialmente un Ep con MARKIE4EYEZ ( Illternal beats), ma è stato espanso ad un album vero e proprio quando ‘Baron Synback aka Mr. Synback ” (Ill Breed Collective) ha fiutato cosa stava per essere creato e ha voluto contribuire. In quanto Markie e BARON sono entrambi membri degli IBC (Ill Breed Collective) era perfettamente sensato per me unire le sonorità e ciò ha funzionato alla grande essendo entrambi familiari con i rispettivi sounds.
Puoi parlarci del tuo ultimo album uscito a giugno? Quali sono le principali differenze con il tuo album precedente? Hai ripercorso il sound dei tuoi ultimi progetti o, secondo te, avevi in serbo qualcosa di speciale sia in termini di produzione che di scrittura?
RAY VENDETTA: “Il mio nuovo progetto è intitolato “GIVE MY BABIES MY ENTIRE EARNINGS ” (GMBMEE). Ho usato un acronimo per renderlo più facile da pronunciare in quanto è un titolo lungo.
Il titolo è una dedica ai miei figli e un’ode alle ultime barre che Ghostface Killah ha sputato su Bulletproof Wallets LP. Un verso che mi è sempre rimasto fisso in testa (prima ancora che avessi figli io stesso)”. È interamente prodotto dall’affiliato dei Wu Killarmy, Falling Down, ed il nostro terzo progetto assieme.
I precedenti 2 erano “THIS THING OF OURS“, una release come Odd Couple con il mio bro Teslas Ghost e “NRFTG” (NO REST FOR THE GIFTED).”
Con questo progetto ho voluto affilare ulteriormente le mie “spade liriche”, sottolineare la mia continua crescita come MC e mostrare il mio amore per i miei figli. Il progetto non gira attorno a loro come punto focale, ma loro lo raccontano dall’inizio alla fine così che il tutto sia più coeso. L’intero album è pesantemente influenzato dal soul, mentre SON OF FLOYD era un mix più eclettico di samples”.
Il tuo catalogo è davvero vasto! Secondo te quali sono i tuoi tre progetti più importanti? E perchè?
RAY VENDETTA: “Ho lasciato davvero un casino di progetti su questa Terra! (20 e +). Questa domanda è sempre difficile da rispondere, ma se dovessi elencarne 3 per importanza sceglierei questi 3: “GUESS WHO’S COMING TO DINNER”, “DARKERTHANBLACK” e “SINSOFTHESON
- “Guess who’s…” è stato il mio debutto prodotto da (HayZeus aka Dot.i) e quello che mi ha introdotto alla scena Hip-Hop del Regno Unito nel 2011.
- “Darker Than Black” (2015) è stato il secondo album dei Triple Darkness e quello a cui ho contribuito maggiormente.”
- Sins of the Son” (2017) che era il mio album collaborativo insieme a Giallo Point e la prima release della mia etichetta”.
“Menzione onoraria, oltre a questi, sarebbe “7 SWORDZ OV LIGHT ” (2013), il mio debutto con i Triple Darkness e COLD FUSION (Myself & Cyrus Malachi), “THE ELIXIR” (2015), entrambi prodotti dal compianto grande 7th Dan(RIP) che è passato a miglior vita nel 2016. Questi sono tutti i progetti che mantengono tuttora un significato speciale per me”.
Il tuo stile è molto diverso dalla nuova wave “UK drill” o dal classico stile grime che ha da sempre caratterizzato il Rap del Regno Unito, talmente tanto che in alcuni casi, ascoltando la tua musica, sembra di trovarsi a Brooklyn, più che a Londra. Puoi spiegarci cosa o chi ti ha spinto a rimanere fedele ad un suono Hip-Hop classico e underground?
RAY VENDETTA: “Il mio suono/stile è un riflesso diretto delle mie influenze Hip-hop crescendo. Io ero intrippato di brutto con l’Hip-Hop dalla fine del ‘96 in poi e ho preso la penna in mano intorno allo stesso periodo, perciò io sento che questo è il modo più accurato per descrivere il mio stile. Ero influenzato da miei artisti Hip-Hop favoriti del momento, soprattutto Wu, Mobb Deep, MOP, Beatnuts, Nas, Big, 2pac, Big pun, Snoop, Dre, Outkast, Slum Village e molti altri.
Ugualmente uno manciata di mcs inglesi ( Ric.B, Jehst, Cappo, Roots Manuva e pochi altri) che mi ispiravano una volta che ho iniziato a crescere ed essere piu’ sicuro delle mie skills con la penna”
L’era Hip-Hop con cui sono cresciuto in pratica si è incarnata dentro di me così profondamente, che non esiste veramente nessun’altra maniera in cui potrei vedere me stesso rappresentare la mia arte, oltra a rimanere in primo luogo vero con me stesso e verso la cultura in un secondo momento…
Infatti, non è una coincidenza che hai collaborato con alcuni dei più validi MCs underground nordamericani inclusi Conway The Machine, Recognize Ali, God Fahim e altri. Com’è nata questa connessione underground transoceanica che coinvolge anche altri rappers e producers inglesi?
RAY VENDETTA: “La mia apparizione su una traccia con Conway è avvenuta attraverso il mio fratello da tanti anni e braccio destro Tesla’s Ghost, che ha reclutata i servigi di Conway per il suo album “Stretch Lincolns”. Un’occasione per cui sono estremamente grato e immensamente orgoglioso. Le collabo con Tha God Fahim e Daniel Son sono nate grazie alle connessioni comuni. Abbiamo tutti realizzato progetti con il producer Giallo Point, perciò li ho contattati, e sono entrambi tipi che ci stanno dentro e abbiamo fatto succedere le cose organicamente. Tutte le altre collabo con gli Stati Uniti o Canada sono state forgiate dalla forza del vicendevole rispetto per i nostri lavori e, semplicemente, rimanendo in contatto tramite social media”.
“Con i produttori britannici è stata più una questione di circoli che si connettono con altri circoli. L’unica volta che non è stato così è stato quando ho fatto “TDA4″ Mixtape tra il 2014-18 ( e pubblicato nel 2019), in quanto, in questo doppio disco, ho contatto nuovi producers e coloro con i quali non avrei collaborato di solito. L’obiettivo di ciò era mettere in mostra produttori meno conosciuti che spaccavano e darmi una nuova sfida nel selezionare nuovi beats.”
Come vedevi la scena drill britannica oggi? Pensi che funzionerà ancora a lungo o pensi che ci sarà un bisogno al ritorno di un rap più classico? Pensi, d’altro canto, che c’è spazio per una rinascita dell’underground anche nel mercato inglese come è avvenuto negli Stati Uniti?
Penso che la scena della UK drill è necessaria in questo momento, in quanto è diventata la voce della gioventù londinese e inglese.
Tanti di loro sono arrabbiati, persi, o scontenti e persi in un sistema disegnato per il loro inevitabile fallimento. Il sottogenere in sè affronta critiche continue (giuste e ingiuste) dovute ai suoi contenuti, ma a me piacciono certi suoi aspetti sonori e sento che si evolverà nel tempo, proprio come fece il GRIME prima di emergere.
“Ciò porterà ad una longevità sostenuta e i suoi MCs verranno presi seriamente come artisti credibili. Il mainstream ora l’ha abbracciato perciò spero che questi giovani ragazzi e ragazze capitalizzino ed espandano la loro capacità artistica, oltre alle barre dei cliché della corsa ai milioni e ai loro contenuti, in modo da evolvere questo genere come hanno fatto gli artisti grime prima di loro. Il tempo lo dirà…
Per quanto riguarda la scena Hip-Hop underground inglese non la vedo raggiungere i traguardi meritati, in quanto ci sono troppi gatekeepers ( media e addetti ai lavori n.d.r) falliti che l’hanno frenata da almeno 2 decadi ormai!
La loro rovina è stata Internet e il fatto che molti possono ora crearsi la propria strada, senza dipendere dall’etichetta o essere collegati a un clic/crew/gruppo specifico”.
“Highfocus records e Blah sono probabilmente le due realtà più forti della scena, ma anche loro si riferiscono ad una specifica fetta demografica di pubblico, perciò hanno creato i loro modi per lavorare con successo con questa. Quando altre 40/50 etichette lavoreranno con un formato simile ciò permetterà alla scena di raggiungere i livelli dove merita di essere! Significherà essere ancora pure nella loro essenza artistica, ma con più riflettori puntati nel mainstream.
Penso che questa sia l’unica strada per la scena di vedere una certa rinascita, come quella che abbiamo visto per l’Hip-Hop underground oltre oceano nell’ultima decade. La gente spesso dimentica che il Regno Unito è molto più piccolo rispetto agli Stati Uniti. Questo è un altro fattore principale per quello che riguarda vendite, crescita, prosperità, fattori demografici etc…”
Come funziona il tuo processo creativo? Scrivi sulla strumentale in periodi precisi o abbozzi su carta quello che ti passa in testa durante il giorno?
RAY VENDETTA: “I miei processi creativi variano, ma solitamente mi piace pescare una selezione di beats e sedermici a lavorare per qualche giorno, pensando ai concetti e alla direzione in cui voglio andare. Una volta ho deciso ciò, comincio a scrivere i brani. Non inizio le canzoni per poi tornarci dopo. Mi piace iniziare un brano e finirlo in una seduta e solitamente ne scrivo un bel po’ alla volta. Perciò in una seduta posso comporre almeno 4 o 5 tracce”.
“Per esempio, ho scritto “5000 KELVIN” Ep (prodotto da Mook of Sons Phonetic) in un giorno dopo essere stato ispirato da un documentario sul sole. Mentre “Son of FLOYD” è stato creato nel corso di un mese circa. Il processo di scrittura può variare in base alla dimensione del progetto o in base a con chi sto lavorando in quel momento”.
Se non sbagliamo, sei anche un illustratore. Puoi raccontarci qualcosa di questa tua passione? Hai qualche connessione con la scena dei graffiti locale?
RAY VENDETTA: “Non posso dire di essere mai stato coinvolto nella scena dei graffiti, a parte scrivere su treni, bus e sui palazzoni delle case popolari, ma sono sempre stato affascinato dalle abilità coinvolte nell’uso degli spray (throwing up) e al loro prodotto finale. (Un saluto a Theme e tutti i miei soci writers).
Ho fatto illustrazioni fino da quando sono un bambino, ma ho iniziato a incorporare la mia arte alla mia musica solo negli ultimi anni. Al momento, sto lavorando a dei progetti eccitanti e devastanti dove unisco musica e arte, che sorprenderanno la mia fan base nei prossimi mesi.
Non dirò molto di più… che tenete gli occhi aperti!!!