Selezione Hip Hop di Marzo

Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!

Benny The Butcher & Harry Fraud - Plugs I Met 2 Album Review

Plugs I Met 2 Benny The Butcher & Harry Fraud

La rincorsa che Benny The Butcher ha intrapreso, da qualche anno a questa parte, deciso a contendere il titolo di miglior rapper vivente e a rimanere nei libri di storia di questa cultura, assomiglia sempre di più ad una cavalcata trionfale. Chi, musicalmente parlando, ha imparato a conoscere il liricista della Griselda Records, sa che sfrontatezza e confidenza nei propri mezzi sono attributi che di certo non gli sono mai mancati. D’altronde già, la scelta di intitolare questo progetto Plugs I Met 2, dopo il successo dell’acclamato primo capitolo, avrebbe potuto trasformarsi in un pericoloso azzardo, dato che la produzione, questa volta, veniva presa in carico interamente da Harry Fraud. Non fraintendeteci, Harry Fraud (noto per le frequenti collaborazioni con French Montana e Curren$y), è uno dei nostri producer preferiti, ma la sua estetica sonora è sicuramente differente rispetto a quella di Daringer o The Alchemist, associata all’imprinting Griselda. Anche la lista dei featurings da 2 Chainz a French Montana e Jim Jones, probabilmente, ha fatto inizialmente storcere il naso ai soliti puristi.

Quello che, però, rende eccezionale Benny, oltre l’evidente talento lirico, è la capacità di dar voce alla strada e ai suoi veterani, in una prospettiva molto più sentita, profonda e credibile rispetto alla stragrande maggioranza dei suoi colleghi, riuscendo, però, ad essere appetibile anche per una platea più vasta, sfuggendo, così, ai tentativi di chi cerca di etichettare la sua musica e relegarla in una nicchia. Benny non millanta, né glorifica la vita di strada, ma racconta vividamente dettagli e conseguenze di un certo stile di vita, ormai, fortunatamente, alle spalle. Per spiegarlo con parole sue: “I don’t glorify this s*it, but how far I came” (Non glorifico questa mer*a, ma da quanto lontano sono arrivato)Harry Fraud, con i suoi beats, riesce a catturare perfettamente l’anima di questo progetto, orchestrando la colonna sonora di questo nuovo successo di Benny The Butcher, dal sapore cinematografico e ispirato al gangster movie per eccellenza, “Scarface”. A differenza dell’epopea di Tony Montana, quella del rapper di Buffalo è una storia a lieto fine, dove il protagonista ne esce vincitore, nonostante i fantasmi del passato e i rimorsi che lo assillano.

 

Rammellzee DJ Muggs & Flee Lord

Se non fosse stato per Rammellzee (R.I.P) e un gruppo sparuto di geni visionari, molto probabilmente, non stareste nemmeno leggendo queste righe e non esisterebbe niente di tutto ciò… Pioniere a 360° di un fenomeno che partito da New York ha rivoluzionato il mondo, già negli anni ‘70, Rammellzee “vandalizzava” con i suoi colori e “l’equazione” del suo nome i treni della metropolitana e i muri della zona di Far Rockaway, Queens. Un personaggio talmente leggendario, da figurare anche, in uno dei film culto per gli appassionati di questa cultura, “Wild Style”, anno 1982. Bene, come qualsiasi vera CULTURA, la conoscenza dei suoi Originatori deve essere tramandata di generazione in generazione, al netto di tutti quegli avvoltoi e speculatori che nei decenni ne hanno provato a sfruttare la forza dirompente.

Chi poteva prendersi sulle spalle l’onere e l’onore di dipingere questo tracciato, che collega ere diverse, se non un’altra leggenda come il produttore dei Cypress Hill, DJ Muggs? Da qualche anno, infatti, ha ritrovato nella scena underground americana attuale nuova linfa, producendone alcuni dei migliori MCs . Lo “stargate”, che unisce più ere, si trova proprio a Far Rockaway, Queens ( New York ), una volta casa di Rammellzee, e ora luogo da dove il fortissimo Flee Lord incastra parole fiammeggianti su beats, come lettere sul metallo dei treni, rappresentando così la propria arte e visione del mondo. Ad assistere Muggs e Flee Lord, in questo brillante tentativo di ricostruire l’”equazione” di Rammellzee, troviamo alcuni dei più abili maestri del microfono, come Ghostface Killah, Roc Marciano, Meyhem Lauren e Crimeapple. Il producer californiano e l’MC newyorchese con “Rammellzee” hanno inciso qualcosa d’immortale.

G.R.A.M.S Jayy Grams

Il giovanissimo rapper di Baltimora, Jayy Grams, è probabilmente uno dei liricisti più talentuosi della sua generazione, capace, in particolar modo, di trovare una dimensione a lui congeniale e ritagliarsi un’identità originale. Dettaglio non banale, visto le migliaia di cloni sul mercato. Non è un caso, infatti, che il veterano rapper e imprenditore di Harlem, Smoke DZA, abbia preso il ragazzo di Baltimora sotto la sua ala protettrice, lo abbia fatto siglare con la sua etichetta indipendente, la R.F.C., e abbia curato la produzione esecutiva dell’album in questione. G.R.A.M.S è un chiaro esempio di perché Smoke DZA stimi tanto Jayy Grams, con il quale, tra l’altro, dimostra anche grande affiatamento sul microfono, e del perché stia scommettendo sulle sue grandissime qualità.

Deluxe Drugz Vol. III All Hail Y.T & Benji Socrate$

All Hail Y.T., MC nativo del Texas, trapiantato poi a nord, nel Delaware, e il beatmaker newyorchese Benji Socrate$, sono altri due talentuosi rappresentanti della brulicante scena underground statunitense, di cui, forse, finora non vi avevamo ancora parlato. Riuniti per completare la loro trilogia di brevi progetti intitolati “Deluxe Drugz”, confermano come la  loro chimica funzioni a meraviglia. Il flow e le rime di Y.T., tagliate e mescolate con i samples e le atmosfere sintetizzate da Benji Socrate$, danno vita a un prodotto solido, che può dare assuefazione e il cui effetto ha la durata giusta per invogliare a consumarlo nuovamente. A buon intenditor, poche parole: se volete lo sballo di classe, senza alti e bassi, Deluxe Drugz vol. III fa per voi.

Nothing Less Awon & Phoniks

Questo è il mese delle accoppiate vincenti. Nothing Less è, infatti, il risultato di un altro binomio rapper-produttore perfettamente amalgamato, risultato dell’incontro tra le rime calibrate di Awon e le bellissime strumentali dal sapore classico e jazzy,  prodotte da Phoniks, beatmaker di Portland. I due, grazie alla bellissima atmosfera che si respira con questo album, ci cullano trasportandoci indietro nel tempo, con una naturalezza che rende questo lavoro, comunque, fresco. Tra gli highlights del disco sicuramente i featurings di Masta Ace, Ill Conscious, Blu e Tiff The Gift. Mezz’ora di vibrazioni di Hip-Hop classico di ottima fattura.

No Sleep For The Wicked Jay Worthy & Sha Hef

Coppia inedita, ma ugualmente vincente, è quella formata questa volta da due emcees: il rapper di Compton (L.A.), Jay Worthy, e il rappresentante del Bronx, Sha Hef. Gli stili complementari e le voci dei due si incastrano sui ritmi compassati dei loop e vecchi campioni soul, che costituiscono il tappeto musicale di questo breve EP, “No Sleep For The Wicked”. Il flow posato e le amare riflessioni sui trascorsi in strada dei due rapper diventano, infatti, tutt’uno con le produzioni, curate da Sean House (seconda metà dei LNDN DRGS con Jay Worthy), 183Rd e Dolla, trascinando l’ascoltatore nelle atmosfere malinconiche del disco.

 

Dinner For One Ard Adz

In “Dinner For One”,  il rapper londinese Ard Adz, dimostra il proprio spiccato talento lirico e la capacità di trovare melodie accattivanti, affrontando le difficoltà, i problemi e gli errori del suo passato nelle strade di Brixton, con onestà e in maniera sentita.  “Dinner for One”, secondo noi, è sicuramente uno dei migliori progetti usciti dall’isola britannica nel 2021.

Ultra Booba

ULTRA è l’ultimo album della lunghissima e acclamata carriera di Booba. Il rapper di origine senegalese, per annunciare il suo addio, ci offre un progetto ricco e denso di contenuti, con produzioni musicali aggiornate e all’avanguardia. Colonialismo, razzismo e violenza nelle banlieue sono solo alcune delle tante tematiche trattate da Booba, che ancora una volta conferma la sua attitudine hardcore apprezzata sin dai tempi dei Lunatic. Come dimostrato anche negli album precedenti, il rapper classe ‘76 non rinuncia a sfornare hit apprezzate dal grande pubblico, senza però tralasciare il lato contenutistico. È il  caso di Mona Lisa, senza dubbio una delle tracce più apprezzate del disco.  Booba lascia il rap come meglio non si poteva, con un album regale che sta facendo già la storia.

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