Selezione Hip Hop di Luglio
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
Se nell’ambiente underground, in tanti conoscono e apprezzano Evidence principalmente per le capacità liriche e il flow ipnotico messi in mostra durante la gloriosa carriera nello storico gruppo losangelino dei Dilated People, il rapper di origini italiane, forse, non ha ancora abbastanza estimatori per quello che è in grado di fare in veste di produttore. Intros, Outros & Interludes, il nuovo album in collaborazione con l’MC di Los Angeles, ex membro degli Odd Future, Domo Genesis, è un testamento insindacabile delle incredibili qualità di Evidence alla macchine. I beats confezionati da Ev, di scuola chiaramente “Alchemist” (non a caso lui e The Alchemist sono amici e soci di lunga data) sposano alla perfezione il flusso di coscienza di Domo Genesis, interpretando al meglio lo spirito leggero, riflessivo e intelligente di questo bellissimo progetto.
10 anni fa quando uscì “1999” l’album di debutto di Joey Bada$$, l’MC di Brooklyn era appena un ragazzino, ma l’impatto che ebbe con il suo disco d’esordio scosse l’intera scena hip-hop newyorkese: l’incredibile talento di questo ragazzo ricordava quello degli illustri predecessori che avevano calpestato le stesse strade, qualche generazione prima. In un momento buio della propria storia hip-hop, la Grande Mela si era svegliata improvvisamente con nelle mani una potenziale “next big thing” sullo stile di grandi icone del passato come B.I.G e Nas. Il momento storico, però, con un mercato discografico che puntava in tutt’altra direzione rispetto a quella in cui si era avventurato Joey, ispirata alla gloriosa tradizione cittadina, e le comprensibili difficoltà nel gestire le immense pressioni dei paragoni scomodi accostati al suo nome, hanno forse impedito che la carriera di Joey Bada$$ brillasse come ci si sarebbe aspettati, nonostante comunque il discreto successo. Oggi, dopo aver cercato in tutti i modi di scrollarsi da dosso l’ ingombrante etichetta di predestinato, il rapper di Brooklyn è cresciuto e maturato, trovando forse pace e sicurezza in una precisa identità e carriera artistica. Con la pubblicazione di “2000”, infatti, riparte da quell’album di dieci anni fa, delizia e probabilmente croce della sua precoce carriera, rielaborando il percorso artistico che lo ha reso un uomo, secondo una nuova prospettiva più consapevole e matura. A conferma di ciò le benedizioni di Diddy e Nas nell’intro e interlude dell’album.
Il rapper del quartiere di South Jamaica Queens, in orbita G-Unit e Mobb Deep, Nyce Da Future trova in Eto, MC e produttore di Rochester, cittadina delle fredde lande a nord dello stato newyorchese, un nuovo partner-in-crime perfetto per il suo rap di strada ispirato alle sonorità del periodo d’oro di New York, quando la crew di 50 Cent dominava il mercato. Lo stile crudo e grezzo di Eto, non solo come MC, ma anche come produttore, sposa alla perfezione il rap di Nyce Da Future, che con le sue rime ci trasporta al centro dei blocchi popolari del South Jamaica Queens.
Nel panorama Hip-Hop internazionale, oggi, è difficile riscontrare un’entità artistica come quella di Al.Divino… MC, produttore, pittore, artista a 360°, “filosofo” e molto altro, nessuno interpreta e modella la materia Hip-Hop come questo eclettico nativo del Massachusetts. Spesso il genio risiede nella capacità di pensare in maniera totalmente alternativa alla massa, vedere quello che per gli altri è impensabile e inconcepibile e agire in maniera non conforme al pensiero dominante. E Al.Divino, forse, nella sua maniera totalmente non ortodossa di interpretare questo genere musicale, dalla scelta non convenzionale della produzioni (per il progetto in questione confezionate oltre che da lui, da Daringer, Graymatter, Ewonee e i producer della Mini Mansion) alla rappata unica e singolare, passando per il modo sporco in cui mixa i brani o commercializza la sua arte ( a prezzi spesso proibitivi per la massa), emette vibrazioni destinate alle capacità percettive di pochi. Le volte che si riesce ad entrare in sincrono con le intuizioni di Al Divino, possono aprirsi porte intellettive e sensoriali inesplorate prima d’ora. Il doppio album Guns & Butter può essere un buon inizio, se non vi siete mai approcciati a questo eclettico artista.
Mozzy dopo aver firmato una partnership con la CMG, etichetta di Yo Gotti, pubblica un nuovo album che incarna perfettamente la poetica del rapper di Sacramento, che finalmente può affermare di avercela fatta e di aver raggiunto la definitiva maturità artistica. “Survivor’s Guilt” è, in qualche modo, infatti manifesto del gangsta rap “introspettivo” che ha permesso negli anni a Mozzy di ritagliarsi un ruolo di prim’ordine prima nella scena della West Coast, per poi valicare i confini dello stato e della nazione, guadagnandosi estimatori a tutti livelli. Il rapper di Oak Park (Sacramento), infatti, ha trovato una formula funzionale che gli permette di rimanere in equilibrio tra le sue doti liriche, bangers di strada e momenti piu’ “catchy” o melodici, per i club e le radio. Mozzy ora ce l’ha fatta, ma come tanti che sono sopravvissuti alla vita di strada, rimane il rimorso per tutti coloro con cui sono cresciuti che però non hanno avuto la stessa fortuna o talento. Questa è la “Colpa del sopravvissuto”.
Era il 1995 quando i DPG (Dogg Pound Gangstaz), Daz e Kurupt, da Long Beach (Los Angeles) lanciavano il loro grido di battaglia “New York, New York”, spalleggiati da Snoop Dogg, indirizzato ai rivali newyorkesi, esacerbando la guerra musicale e non solo, tra le due coste che caratterizzò tutti gli anni ‘90. La risposta piccata dal cuore pulsante della Grande Mela non tardò ad arrivare. Tragedy Khadafi, leggenda del Queensbridge, e i CNN (Capone’N’Noreaga) rispondevano col carico da novanta, con la hit L.A, L.A.… Queste vicende appartengono, oggi, solo alle pagine di una storia dai contorni leggendari, superata da tempo. Tant’è che Daz e Capone, una volta rivali, dalle parti opposte delle barricate, si uniscono per dar luce a un nuovo progetto che vuole tracciare delle linee guida, contro un nemico comune: la povertà di spessore umano, carismatico e, spesso, qualitativo che viene propinato dall’industria musicale. Due leggende come Daz e Capone, infatti, sono cresciute con valori e crismi, che, nonostante le loro contraddizioni, oggi sembrano essere scomparsi del tutto, lasciando spazio solo all’arrivismo e alla finzione da social. “Guidelinez” non è però un’operazione nostalgica, è semplicemente rap fatto e prodotto come Dio comanda, dove la parola passa a veterani, che dall’alto della loro esperienza possono insegnare a giovani e meno giovani a muoversi nella vita e nell’industria musicale. Daz e Capone presiedono, infatti, una reunion di OG’s a cui partecipano anche Kurupt, Nore, M.O.P, Smif-n-Wessun, Conway The Machine, Mistah Fab, Styles P, Curren$y…
Coerenza e costanza pagano sempre. Lo testimonia l’ultimo progetto di Silla DDR, rapper e producer, della zona Sud di Milano, il quale prosegue la sua crescita artistica in totale autonomia, con in mente una visione della propria estetica artistica ben chiara e senza cedere a sirene e facili tentazioni. Un percorso che, perseverando con caparbietà, lo ha portato ad un’evoluzione paziente ma costante, che gli ha permesso di modellare per sé un’identità musicale chiara, originale e fedele ai propri gusti e convinzioni, che oggi nessuno può più strappargli di dosso. Ispirato al liricismo di strada e alle sonorità ricercate di Roc Marciano e al filone da lui nato, Silla DDR, scolpisce il suo rap e le proprie produzioni, cesellando il tutto con citazioni colte, mescolate al linguaggio dei marciapiedi. Quella di Silla DDR è un’estetica ricercata, magari ancora per pochi, che però hanno un gusto acquisito in fatto di Rap. Ad accompagnarlo al microfono MistaMan, Jack The Smoker, Dome Flame, Elia Phoks e Lexotan.
Uscito in realtà l’ultimo giorno calanderizzabile di Giugno, OV3 è il nuovo album del rapper svizzero francofono di origini marocchine, con un background da skate, Di-Meh. Il giovane rapper di Ginevra dimostra di avere innumerevoli frecce al suo arco e nonostante un buon successo a livello commerciale sia in Svizzera che in Francia, ,, affronta il suo ultimo progetto OV3 mostrando tutta la sua dimestichezza e abilità, anche, su sonorità e campioni “boom bap” dal sapore classico. Diversi gli ospiti, tra cui il franco-gabonese Benjamin Epps e il nativo di Bruxelles, Caballero.