Selezione Hip Hop di Aprile
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
Per chi è affezionato al rap underground americano, la triade formata da Meyhem Lauren, al microfono, con il supporto alle macchine di Madlib e Dj Muggs, è qualcosa di pazzesco, da lucidarsi occhi e orecchie. In pratica, l’MC del Queens, ormai, istituzione del rap Newyorkese underground, cavaliere e custode di quelli che sono i codici, un tempo alla base del rap crudo e autentico della Grande Mela, ottiene l’investitura da due dei migliori producers di sempre, a cui affibbiare l’ appellativo “leggenda” sarebbe riduttivo, visto l’uso improprio e generoso che spesso se ne fa ultimamente. Il risultato non può essere che un’abbuffata di barre e stile, conditi dalla classe dei due geni delle produzioni. In pratica, ascoltare Champagne For Breakfast, per gli amanti del genere, è come fare colazione con una bistecca al sangue e champagne di primissima qualità, bevendo direttamente dalla bottiglia: Il paragone rende?
La G-Unit ha rappresentato sicuramente il punto di riferimento per tutte le generazioni cresciute a cavallo degli anni 2000. 50 Cent, Lloyd Banks, Tony Yayo e Young Bucks con l’ album “Beg For Mercy” avevano portato il Gangsta Rap newyorkese al livello successivo, dominando il mercato musicale per diversi anni. Chi ha vissuto quel periodo sa bene che Lloyd Banks è sempre stato l’elemento G-Unit dotato della penna più profonda e riflessiva con le migliori doti da liricista. Inabissatosi durante il periodo in cui la cosiddetta trap aveva rubato la scena al Rap di New York, oggi che il liricismo è tornato in auge, almeno per una fetta di mercato, anche, Lloyd Banks è tornato a far valere le proprie doti e la propria posizione di vertice nel gotha dei liricisti newyorkesi, accompagnato da una ovviamente maggiore maturità, esperienza e consapevolezza rispetto 20 anni fa. COTI 3 è impreziosito dai featuring di Method Man, Cormega, 38 Spesh, Dave East, Vado e Tony Yayo.
Ci sono diversi retroscena dell’industria musicale, del Rap game, anche nel mondo underground, spiacevoli, fatti di invidie, scorrettezze e tante bugie, di cui gli ascoltatori, spesso, non sono a conoscenza o si bevono inconsciamente. Ma se c’è ancora qualcuno di autentico e reale, che a lato del proprio business, ha a cuore valori come integrità, lealtà, riconoscenza e rispetto, uno di quei pochi, per cui siamo pronti a metterci la mano sul fuoco, è Flee Lord. E non lo diciamo solo abbiamo avuto la fortuna di intervistare per il nostro primo numero cartaceo, ma è una questione di vibrazioni e sensazioni a pelle. D’altronde basta ascoltare attentamente il suo ultimo progetto intitolato, 2-3 Zone, ottimamente prodotto da Crisis, per capire che il rapper di Far Rockaway, Queens New York, anche sul microfono è un esempio di integrità e onestà, in cui affronta le proprie sconfitte e vittorie con l’onestà di chi è vero con se’ stesso e con gli altri. E il vero rispetta il vero, per questo Flee Lord gode il rispetto, non solo nostro, ma di molti OGs nella la scena underground e non solo, come dimostrato in questo 2-3 Zone dalle super strofe di 38 Spesh, Conway, Bun B, Eto e Trae Da Truth.
Una delle cose che ci affascina di piu’ di questa scena underground e dei suoi meandri è che, puntualmente, scopriamo un nuovo nome, che si celava sotto la superficie e di cui non eravamo a conoscenza, ma che, in realtà, come in questo caso, da tempo scioglie le sue rime, all’ombra dei lampioni delle strade con un passamontagna calato in testa. Master Speech 2 di Mondo Slade ci arriva in faccia così, grezzo, sporco e underground come ci piace noi. Il riferimento esplicito della copertina a Iron Man di Ghostface Killah, ci riporta a quell’immaginario, mentre veniamo crivellati di barre su loop dal sapore classico.
Se Roc Marciano è da considerarsi il Don Vito Corleone della fortissima scena underground americana attuale, Knowledge The Pirate allora potrebbe essere Luca Brasi, spietato braccio destro del Padrino. Passateci questo, forse forzato, paragone cinematografico, ma Knowledge The Pirate ha sempre fedelmente accompagnato Roc Marci nella scalata allo status che ha raggiunto oggi. Senza sgomitare, ha portato a compimento le sue missioni in maniera mirata, incutendo, però, nei colleghi sempre il rispetto e la devozione di chi ha comunque una posizione di capobastone nella “famiglia”. Sopra i beats straordinari di E.L.E.M.E.N.T (ed uno di Animoss), il carisma, la voce e il passato di Knowledge The Pirate parlano da soli, rilevandone la stoffa di veterano e freddo sicario del microfono.
Daniel Son e Falcon Outlaw si alleano per smerciare materiale sonoro crudo e atmosfere glaciali a pacchi, direttamente da Toronto ( Canada ). Con questo nuovo progetto, intitolato The Tzu Keepers, i due emcee canadesi riescono a risucchiare i propri ascoltatori nelle fredde strade della propria città, grazie a un prodotto a tinte scure, ottimamente confezionato e rappato.
Un po’ Truceklan, un po’ Rome Zoo e, forse, anche un po’ A$AP Mob, la Lovegang126, ovvero Franco126, Pretty Solero, Asp126, Ugo Borghetti, Ketama, Nino Brown e Drone126 (correggeteci se il nostro elenco non è corretto), è forse la crew che al meglio rappresenta, oggi, la “gioventù bruciata” capitolina, racchiudendo al suo interno le anime diverse, i problemi, le disillusioni e le contraddizioni che animano i ragazzi, ormai, a cavallo dei 30 a Roma. Tutti, con le loro sfaccettature e approcci diversi alla vita, accomunati, nonostante tutto, da un grande amore per la città eterna. Da sottolineare le bellissime produzioni di Drone126, Nino Brown e Il Tre Beats e i featuring, dal Danno a Gel (TruceKlan) e SideBaby, passando per Gianni Bismark, Mystic One e i Tiromancino, che confermano quanto questi ragazzi possano essere trasversali nel rappresentare con il proprio Rap, non una, ma piu’ generazioni romane.
Chi segue questa rubrica di ThrowUp Magazine con i nostri consigli Rap del mese, sicuramente, ha già letto le nostre parole d’ammirazione per questo duo di producer italiani, conosciuti col nome di The Departed Beats. Se ascoltate Modus Operandi il nuovo progetto confezionato da questo duo per il rapper di Casoria, Dome Flame che, per chi non lo sapesse + stato 1/2 dei Kimicon Twinz insieme a Lele Blade, troverete conferma alle nostre parole. I due produttori, infatti, confezionano beat crudi, che hanno poco da invidiare agli omologhi statunitensi nella scena underground, cucite a misure per le barre taglienti e ‘ncazzus del rapper campano e dei suoi ospiti.