Selezione Hip Hop di Aprile
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
Ormai, anche chi non vedeva, comincia a vedere: Westside Gunn è un passo avanti a chiunque. In passato, vi abbiamo già raccontato dell’incredibile storia (e discografia) sua e della Griselda Records, di cui l’esuberante rapper di Buffalo, N.Y., è la geniale mente. Nonostante ciò, Westside Gunn si riserva, ogni volta, la capacità di sorprendere tutti. Il suo approccio alla musica, infatti, è più quello di un pittore davanti alla tela, piuttosto che quello di un rapper. Ogni suo progetto andrebbe considerato come un’opera a sé, che ne rivela l’inimitabile visione artistica d’insieme. Ispirato, infatti, dall’esperienza alla fashion week di Parigi, nella realizzazione di Pray For Paris coinvolge, questa volta, addirittura, Virgil Abloh, creatore del noto brand Off White e head stylist di Louis Vuitton, il quale gli cuce su misura l’artwork del disco( una rivisitazione del “Davide e Golia” di Caravaggio ). Inoltre, oltre ai soliti produttori e rappers con cui ci ha abituato collaborare, in Pray For Paris, Westside Gunn riesce nella stravagante impresa di far coesistere artisti e personaggi unici, tra cui Tyler The Creator, Joey Bada$$, Dj Premier, Freddie Gibbs, Jay Versace (popolare youtuber, rivelatosi producer) e un ballerino di tip-tap, Cartier Williams. Westside Gunn, si rivela, nuovamente, non solo un abile rapper e geniale businessman, ma un dandy del ghetto nei panni dell’artista, con un paio di condanne sulla fedina ed una passione sfrenata per l’arte, la moda e il wrestling. Ah a quanto pare, come se non bastasse, prima di pubblicare P4P, ha anche contratto e sconfitto il Corona virus.
Il mese scorso vi avevamo già parlato del primo volume di questa fenomenale mini-serie di EP del MC del New Jersey, Ransom, ma non abbiamo potuto fare a meno di consigliarvi anche la seconda parte, uscita ad Aprile. Director’s Cut (Scene 2), infatti, è un incredibile concentrato di lirismo, vita vissuta, barre, flow e tecnica, sopra a meravigliosi campioni, che il produttore canadese Nicholas Craven sa scegliere e tagliare come pochi altri. Abbiamo finito gli aggettivi per lo straordinario talento di uno dei migliori rapper della scena. Ora,che Ransom è “on fire” , attendiamo con impazienza solo un nuovo album intero. Don’t Sleep!!!!!
Una delle più grandi sorprese di questo inizio 2020, per ThrowUp Magazine, è sicuramente Jayy Grams, ventenne di Baltimora, città nota ai più per le scene della serie tv-classico “The Wire”. Infatti, il giovane rapper dimostra con “Every Gram Counts” di avere un enorme talento lirico e un flow fluido e versatile, capace di adattarsi alle differenti atmosfere di questo ottimo progetto ( tra l’altro, eccellentemente prodotto) . Il nuovo album del rapper di Baltimora, che vede la partecipazione di Smoke Dza, il quale ha preso il ragazzo sotto la sua ala, è a sorpresa uno dei migliori dell’anno finora. Jayy Grams è, senza dubbio, una promessa cu cui tenere gli occhi puntati.
Jazz e rap sono intrinsecamente legati, non è una novità. D’altronde l’hip-hop è, in parte, una naturale evoluzione del primo, in compartecipazione con altri elementi e generi. Negli anni, infatti, hanno incrociato, spesso, le loro note ( come dimenticarsi dei “Jazzmatazz” di Guru – r.i.p …), sposandosi in maniera così spontanea, che la voce e le parole degli MCs incarnano perfettamente la funzione dello strumento musicale, come una tromba o un piano. In “The Bluest Note” al microfono abbiamo il fortissimo rapper di Brooklyn, Skyzoo, mentre la Jazz band agli strumenti è composta dall’italianissima ed eccezionale, Dumbo Station. Edito da Tuff Kong Records, The Bluest Note è, infatti, anche, motivo di orgoglio nazionale, in quanto il risultato di questa unione di mondi musicali e culturali distanti-ma-vicini (rubando una frase abusata in questo periodo) è una piccola gemma.
Wink Loc, rapper di Flatbush, Brooklyn, è un fiero rappresentante della gang dei Crip di New York, arrivati nella Grande Mela solo a metà degli anni ‘90. Ciò però che sentirete in “Smoking Mirrors” non ha niente a vedere con l’esaltazione del gangbangin’, violenza e droga, almeno esplicitamente. Anzi, Wink Loc , in quanto “big homie”, nei suoi brani rappresenta quello che dovrebbe essere lo spirito originale del movimento delle gang di L.A e, in particolare, dei C.R.I.P. (“Community Revolution In Progress”), contribuire alla protezione e al progresso della comunità. Non a caso, infatti, Wink Loc tra le varie attività ha fondato, anche, un’associazione no profit per prevenire la violenza giovanile nei quartieri della Grande Mela. Esperienza, testi autentici e sonorità, che in qualche modo ricordano Los Angeles e il rap di Nipsey Hussle, ma arrivano dal bel mezzo di Brooklyn.
Ora mettete da parte faccie imbruttite, incazzature e problemi; lasciate dove sono spray e via i cappucci! Rollatene una, rilassatevi, lasciate fluire la vostra creatività,magari disegnando, e ascoltate questo album, facendovi cullare dalle sue incredibili e tranquille atmosfere. Innocent Country 2 è il secondo capitolo del progetto collaborativo tra Quelle Chris, rapper e fenomenale produttore di Detroit, e Chris Keys, semisconosciuto producer californiano. La bellissima musica nata da questo incontro, grazie alle vibrazioni positive delle produzioni (tra campioni jazz, blues e r’n’b) di Chris Keys, alla voce di Quelle Chris e degli ospiti tra cui Earl Sweatshirt, Pink Sifu e Billy Woods, è capace di trasportarti in un mondo pacifico, estraneo alle deprimenti tensioni di questi mesi.
Da quando la scena dell’Upstate New York (la parte settentrionale dello stato di N.Y.) è uscita allo scoperto, sull’onda del “rumore” generato dal movimento intorno alla Griselda Rec., è come se avessero aperto un “vaso di Pandora”. Ymg Shooter è , infatti, un’altro street rapper talentuoso dalla zona, con un vasto repertorio di storie di strada, voce e carisma. 71 Murda, come suggerito dal titolo, è un album a tinte scure e violente, grazie anche alle produzioni tetre e malinconiche. Questo è un disco che rappresenta gli angoli più bui delle città, tra pacchetti, passamano e occhi vigili.