Selezione Hip Hop di Agosto
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
Esiste una scena Rap e poi esistono Roc Marciano e The Alchemist. Entrambi nella loro sfera di competenza, giocano un campionato a parte, dove non hanno competitor. Hanno guadagnato il proprio status a suon di capolavori, lungo carriere ventennali. Adesso maneggiano la loro arte come pochissimi altri e la loro estetica artistica, il modo in cui concepiscono e realizzano Rap e producono musica, è per palati estremamente raffinati, fuori da ogni schema convenzionale o del “già visto e sentito”. Nell’universo esistono solo un Roc Marciano e solo un The Alchemist, non puoi nemmeno provare a fare imitarne lo stile, il risultato sarebbe lontano anni luce. Il leggendario rapper di Hempstead – Long Island e il geniale producer californiano, con già numerose collaborazioni in passato, hanno deciso finalmente di dar luce ad un’opera intera, sincronizzando le loro visioni e vibrazioni artistiche. Ascoltare The Elephant Man’s Bones, il nuovo album di Roc Marciano e The Alchemist è un po’ come trovarsi davanti ad un’opera di Pollock: può non piacere al gusto comune, puoi non comprenderla, ma non puoi non scorgere la genialità.
L’estate sta finendooo (cit.)…ma il nuovo album del rapper di Compton (Los Angeles), Jay Worthy, ed il super-producer newyorkese, Harry Fraud, ci aiuterà, senza dubbio, a portarci le migliori vibrazioni estive anche lungo ciò che resta dell’anno, come se potessimo sfrecciare anche noi a bordo di una decappottabile sul lungomare di Venice Beach o sulla Melrose Av. con il braccio fuori dal finestrino. I fenomenali beat di Harry Fraud, ispirati dai samples e break Funk e R’n’B anni ‘80 e accompagnati dal flow rilassato di Jay Worthy, cristallizzano le vibrazioni delle tiepide serate losangeline, soffiando un venticello fresco sulle nostre giornate afose e per i pensieri agitati di chi è al rientro dalle vacanze (per chi ha avuto la fortuna di farle…). Jay Worthy, nipote del leggendario Freeway “Rick Ross” (quello vero, non l’omonimo MC), riporta l’autentico G-Funk in versione nuovo millennio, con del sano Rap motivazionale per gangster che non agitano pistole sui social, ma incassano i loro guadagni, grazie a destrezza, hustle & grind. You Take the Credit, We’ll Take the Check è già uno dei nostri album preferiti dell’anno.
Da mesi, se non qualche anno, circolavano voci di un joint album tra Meyhem Lauren, MC di spicco della scena Hip-Hop della Grande Mela, e Daringer, produttore di casa Griselda Records che, nonostante ami mantenere un basso profilo, ha avuto un ruolo di primo piano nella straordinaria scalata della leggendaria etichetta/gruppo di Buffalo, NY. Finalmente, queste voci si sono concretizzate, dandoci in pasto proprio quello che ci saremmo aspettati da questa combo letale: i loops oscuri, freddi e polverosi confezionati da Daringer costituiscono il tappeto sonoro ideale per il rap hardcore e le barre assassine del rapper del Queens, restituendo quell’essenza Hip-Hop cruda, tipica delle strade di New York, oggi merce sempre più rara.
Prima dell’ avvento dell’Hip-Hop, la cultura e genere musicale che aveva influenzato e rivoluzionato la società americana in maniera così radicale, nascendo dalle sofferenze e dalla necessità espressiva del popolo afro-americano, era stato il Jazz.
I ritmi afro caraibici che arrivarono sulle coste della Louisiana e a New Orleans ebbero un ruolo fondamentale nella creazione di quei suoni, che poi nei decenni a seguire riempivano le music hall di New York e di tutto il mondo, dilettando la borghesia bianca. Ascoltando, non solo i beats e i loro samples, ma soprattutto i flow dei protagonisti di Dollar Menu 4, Mach-Hommy e Tha God Fahim, e l’interpretazione che fanno del Rap, ci siamo quasi naturalmente fatti trascinare in questo viaggio mentale. Infatti, i due emcees, coadiuvati in diversi brani anche dal rapper newyorkese di origini ucraine, Your Old Droog, fanno fluire la loro voce sui beats come fosse uno strumento musicale, incastrando parole a ritmo con incredibile naturalezza, come se stessero improvvisando un assolo di tromba o batteria. Non è, forse, un caso che, oltre ad avere una personalità fuori dal comune e un’incredibile propensione artistica, come d’altronde quella del rapper di Atlanta, The God-Fahim, nelle vene di Mach-Hommy, nativo di Port-au-Prince, Haiti, scorrano, ancor piu’ radicati, i ritmi ed influenze di origine afro-caraibica che ebbero un ruolo centrale nella formazione della cultura musicale del Jazz, prima, e del Hip-Hop poi. Potrete, forse, entrare in sintonia con questo nostro viaggio , facendovi trasportare dalle rime e dai ritmi di Dollar Menu’ 4 anche voi.
Il fenomeno nuovo dell’underground su cui puntare gli occhi con attenzione oggi, si chiama Umbrella Collective. Collettivo, movimento, crew o un’etichetta discografica indipendente, chiamatela come volete, ma da ogni punto di vista osserviate le energie che emanano, o l’estetica musicale e la visione strategica che i membri di questa formazione stanno perseguendo con abnegazione, quasi militare, vi accorgerete di come la Umbrella stia guadagnando lentamente sempre maggiore terreno e consistenza nello scenario underground americano. Una delle armi letali a disposizione di questo “cartello” di MCs è sicuramente Pro Dillinger. La potenza di fuoco della voce, unita alla freddezza delle sue rime, rendono questo rapper della zona di NY uno degli individui più pericolosi con un microfono in mano, al momento. Il suo ultimo lavoro Forever Foul è solo un assaggio del suo potenziale.
L’Umbrella Collective, questo mese, fa doppietta nella nostra rubrica grazie a “No Liquor Before 12” ultimo progetto di uno dei più enigmatici e carismatici esponenti di questa cellula di terroristi del microfono, Mickey Diamond. Il rapper di Detroit, dotato di un timbro vocale subito riconoscibile, trita rime con una freddezza quasi intimidatoria, capace di farti percepire le grigie strade di Detroit, sopra gli ottimi beats selezionati per questo progetto, scambiando colpi in sparring con alcuni dei piu’ validi emcees della scena underground attuale.
I nostri lettori assidui sanno già che il rapper di San Francisco, Larry June, sia spesso tra i nostri ascolti preferiti. Se cercate buone vibrazioni, ottime produzioni al sapore di funk californiano e qualche consiglio su come godervi al meglio la vostra vita, anche finanziariamente, il tutto declinato con un flow posato e ipnotico, questo nuovo album di Larry June farà assolutamente anche per voi. Spaceships On The Blade è un must have per gli ultimi sgoccioli dell’estate e, ancora, una volta il rapper di San Francisco ci metterà in difficoltà nello stilare le classifiche di fine anno, con un altro album eccezionale, tra ad-libs contagiosi e una selezione di produzioni a 5 stelle, che dimostrano nuovamente come Larry June sia dotato di un orecchio musicale sopraffino. Da sottolineare le collaborazioni con The Alchemist e 2Chainz, oltre che al solito Curren$y. Ye-Ye!
Vi abbiamo già raccontato di come uno degli epicentri della scena underground della costa Est degli Stati Uniti sia diventata senza dubbio Boston, Massachusetts. Estee Nack, Al.Divino, MichaelAngelo , Primo Profit, ad esempio, sono solo alcuni tra i rapper e produttori protagonisti di questo vivace movimento…Un altro nome da appuntarvi e tenere bene a mente è quello di Grubby Pawz, producer che, non a caso, collabora spesso e volentieri con gente del calibro di Al.Divino e Estee Nack per esempio. Per questo nuovo progetto, intitolato “Oil Can”, Grubby Pawz prepara con i suoi sempre ottimi beats lo sfondo e la tela per le ruvide e corpose pennellate di un altro validissimo MC di Boston e dintorni (precisamente dal quartiere di Dorchester), di cui speriamo sentire presto nuovi progetti, SPNDA.