I consigli del mese – Marzo 2024
Foto Credits JOAQUIN VARGAS
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
Quando Roc Marci decide di pubblicare qualcosa, il mondo del Rap underground è come se smettesse per girare su stesso per qualche giorno. Il Re ha emesso il suo verbo, che probabilmente detterà il canone artistico per gli anni a venire e tutti vogliono comprendere come e perché riesca a stare sempre un passo avanti a tutti gli altri concorrenti. L’asticella ad ogni suo release viene alzata. L’arte di Roc Marciano, infatti, col passare del tempo non invecchia, ma diventa sempre più sinonimo di eccellenza e lusso per palati raffinati. L’equivalente di caviale beluga con una bottiglia di Veuve Cliquot o un risotto al tartufo nero abbinato al miglior Barolo. Roc Marci si autoproduce la maggior parte dei brani del suo ultimo album Marciology (il resto è affidato a The Alchemist e Animoss), esplorando territori sonori in cui nessuno aveva osato o immaginato avventurarsi prima nel modo che ha fatto lui. Con le sue rime e stile eclettico dissemina di pietre preziose i capi vellutati disegnati dalle sue produzioni, scegliendo con cura i collaboratori di cui avvalersi, da Larry June a T.F, passando per Jay Worthy, Flee Lord, Knowledge The Pirate e Grea8Gawd. Roc Marciano è tornato con Marciology per ricordare a tutti chi detta la linea in certe questioni.
ROC STAR suona crudo, freddo, tetro e senza taglio come una dose di eroina iniettata nelle vene di un tossico accovacciato in un angolo buio delle strade di Rochester, Upstate N.Y., luogo di provenienza di uno dei due attori principali di questo album: Mooch della DaCloth crew. A confezionare la colonna sonora adatta alle atmosfere cupe e glaciali di Rochester descritte dal rap grezzo e autentico di Mooch, non poteva esserci miglior regista del leggendario producer dei Cypress Hill, DJ Muggs. I suoni architettati dal produttore originario di Los Angeles catturano perfettamente l’essenza del Rap di Mooch e dell’ambiente tetro e claustrofobico di Rochester da lui descritto.
Unico, originale, inimitabile, stravagante e geniale, il rapper di Lynn ( Massachusetts) originario della Rep. Dominicana, Estee Nack può essere considerato a tutti gli effetti il Salvador Dalì della scena underground. Il produttore canadese Futurewave in STONE TEMPLE PYREX gli arrangia la tela perfetta per poter spruzzare il suo colore e tracciare le sue linee astratte e surreali. L’Mc filosofo, Five Percenter, con il ritmo della salsa Dominicana nel sangue è un patrimonio per questa Cultura: va tutelato e celebrato come tale.
A FORSAKEN LOVER’S PLEA del rapper della crew di Brooklyn, la Pro Era, Chuck Strangers, si candida a rimanere a lungo nelle nostre rotazioni quest’anno e ad essere uno dei nostri album preferiti. No Doubt. Il fantastico tappeto sonoro creato per l’occasione da producers del calibro di The Alchemist, Animoss, Graymatter, Zoomo, Nate Eaton e lo stesso Chuck Strangers raggiunge livelli altissimi, accompagnando l’ascoltatore nella vita e nei pensieri di Chuck e rendendo il viaggio familiare e accomodante.
Avendo a che fare con rappers, producers e personaggi che gravitano intorno a questi ambiente o anche, semplicemente, ascoltando attentamente album degli artisti, pochi individui ci trasmettono vibrazioni di autenticità, onestà, umiltà e semplicità quanto Flee Lord. Parola. Il suo ultimo album, interamente prodotto da Crisis e intitolato Full Court Press, a nostro parere, è il palesarsi in forma musicale dello spirito sincero che anima il rapper di Far Rockaway Queens Questo, infatti, probabilmente è il lavoro più profondo e onesto di Flee Lord, in cui, oltre a dimostrare come al solito le proprie qualità di rapper, mette a nudo le proprie sensazioni, la propria visione e vita personale, compresa di sconfitte, delusioni e rivincite. Grande merito anche di Crisis che è riuscito a catturare perfettamente la vibe giusta per permettergli di esprimersi nel migliore dei modi e liberamente. Flee Lord fidatevi è un “real one” e, d’altronde, il sincero legame d’amicizia che lo legava a Prodigy (R.I.P) dei Mobb Deep non è sicuramente una casualità.
Mollate Jae Skeese. Ha fame, molta fame. Vuole prendersi il posto al tavolo dei Grandi liricisti e prendersi il rispetto che merita. Dalla Germania, Superior non perde l’opportunità di mettergli a disposizione un’infornata di beats di alto livello, dove il rapper di Buffalo, affiliato alla scuderia Drumwork, fondata da Conway The Machine, mette in mostra tutto il suo bagaglio tecnico e lirico. La parabola di Jae Skeese è in piena fase ascendente, solo il tempo e ciò che resisterà alle sue prove, potrà dirci dove potrà arrivare. Nel frattempo godiamoci questo incredibile Testament of The Times.
Ammettiamo di essere imparziali quando parliamo del super-produttore newyorkese Harry Fraud: lo stile delle produzioni e il gusto nella scelta di campioni, entrambi immediatamente riconoscibili e inusuali per il repertorio classico della produzione Hip-Hop, tradizionalmente legato alla black music, soul o r’n’b, ma attinti invece svariando anche al mondo del rock progressive, psichedelico e alternativo. Fin dai tempi delle sue collaborazioni con French Montana o Curren$y a fine anni 2000, ci avevano stregato. Il timbro delle produzioni di Harry Fraud aggiunge un’impronta unica ai progetti dei rappers con cui collabora. E questo è il turno di un’altro emcee d’eccezione, Ransom. Non ci stancheremo di ripeterlo: il rapper del New Jersey è, probabilmente,uno dei top 3 liricisti di strada viventi, e sicuramente il più sottovalutato. Anche in Lavish Misery, dà prova del suo genio, regalando ai suoi ascoltatori perle di vita reale, con doppi e tripli sensi, con la solita naturezza e flow eccezzionale che lo contraddistinguono.
Mentre l’industria musicale mainstream, basata essenzialmente su numeri e algoritmi, sembra un pachiderma intrappolato nel fango, la scena underground Hip-hop sta vivendo uno dei momenti più floridi di sempre. La competizione è a livelli altissimi e l’arena vede emergere sempre più rappers e produttori pronti a mettere in mostra le proprie qualità, per contendersi una nicchia di fan fedeli sempre più consistente. Vega7 The Ronin tra i samurai del microfono che si sta facendo notare nell’ultimo paio d’anni è sicuramente uno di quelli da attenzionare maggiormente. Dopo gli exploit dell’anno scorso con l’album prodotto da Superior “Sleep is The Cousin” e l’album “Mont Maudit”, torna con un progetto interamente prodotto dal beatmaker californiano Body Bag Ben. Sonorità crude e rime taglienti, articolati dal flow unico del rapper del Queens, Vega7 fanno di questo Kawasaki Killers uno dei migliori progetti usciti in questo Marzo eccezionale.
Con l’affacciarsi della primavera, abbiamo bisogno di staccare dal grigiore delle nostre città. Le sonorità funk di Affiliated 2 prodotte da Sean House e il rap losangelino d.o.c del rapper di Compton, Jay Worthy, insieme LNDN DRGS, e dei tanti loro ospiti “affiliati” (dai texani Lil Keke e Trae Tha Truth, ai californiani Del The FunkyHomoSapiens e Domo Genesis, passando per Stalley, Big Hit, Kokane e altri) vi motiveranno, sicuramente, a raggiungere i vostri obiettivi e aggiungeranno vibes più calde e spensierate alle vostre playlist, dando alle vostre giornate quel mood positivo.