Mr. Phil: «Ho sempre prodotto ciò che piace a me, senza pensare a cos’è in tendenza»
Abbiamo scambiato due chiacchiere con Mr.Phil, produttore e DJ romano d’adozione, che ci ha raccontato dei suoi esordi a fine anni ‘90, dell’evoluzione della scena rap underground romana e italiana, del suo approccio alla produzione, dei suoi prossimi lavoro e molto altro…
Ciao Mr.Phil è un piacere poterti fare qualche domanda! Oggi, sei considerato a pieno titolo un veterano della scena Hip-Hop italiana. Noi, infatti, ci ricordiamo ancora di quando uscì il tuo primo disco con Amir “Naturale”. Erano i primi anni 2000, un periodo che ancora oggi viene considerato il periodo “buio”, commercialmente parlando, del Rap italiano…In realtà, tanti che sono emersi come te in quel periodo sono ancora attivi. Alcuni hanno anche sfondato anni dopo, altri hanno continuato a lavorare nell’underground, ma sono comunque ancora qui…a spingere sta roba!
Cosa ti ricordi della scena italiana di quel periodo e del tuo primo disco ufficiale (che conteneva anche un feat. con Afu-Ra)? A Roma, in quel periodo, si formavano, infatti, realtà come GDB e Cor Veleno con cui tu hai collaborato spesso, senza parlare delle tue collaborazioni col Danno e il Colle der Fomento…Come descriveresti la scena romana dell’epoca?
MR.PHIL: “Chiaramente quando si pensa al passato si tende ad essere intrappolati nella sindrome dell’era d’oro nella quale ci si ricorda solo le cose belle tendendo a dimenticare le cose brutte. Detto questo posso confermare che erano anni di evoluzione. Avevo 20 anni quindi volevo spaccare tutto e Roma mi sembrava una terra di conquista. La generazione dei pionieri del rap si stava concludendo e, come ricordate anche voi, in quegli anni si respirava un’aria di fine epoca. Si era passato dagli anni del Hiphop Village e le enormi jam nel nord Italia a un periodo in cui il rap italiano non raccoglieva quasi nessun interesse da parte del mainstream.
Io nel 2001 ero appena rientrato a Roma dopo un paio d’anni di gavetta accanto a Fritz da Cat a Milano e subito mi sono messo a testa bassa chiuso in studio a produrre.
Era un periodo strano, da una parte tanti ‘big’ della scena si stavano ritirando, ma dall’altra parte ci stavano quelli della mia generazione che volevano prendere le redini in mano e spaccare. Era il periodo della prima ondata degli artisti Vibrarecords, che in quel periodo era una delle poche realtà’ discografiche indipendenti che voleva investire nel rap italiano.
Roma è sempre stata un’isola a parte come scena rap. Vuoi per la posizione geografica, vuoi per la grandezza della città, ma la scena underground era vivissima in quegli anni. Ci stava una scena rap underground molto varia con diverse realtà ed ognuna aveva il proprio seguito che poi negli anni si sono consolidate in veri e propri gruppi di importanza nazionale.
Ovviamente da prima ci stava tutta la scuola Colle/ Rome Zoo, i Cor Veleno dopo che Squarta ha iniziato a collaborare con loro, tutto il giro Truceklan, Gente De Borgata che nasceva con elementi del giro Rome Zoo, il giro dei Circolo Vizioso poi diventati Broken Speakers.
Roma aveva un sound ben distinto, riconoscibile, ma anche molto vario all’interno della propria scena è secondo me questa è stata la vera forza della scena Romana che dopo la morte di Primo sì è un po’ persa.
Tu però prima di trasferirti a Roma, nasci e cresci a Londra! Cosa portò te e la tua famiglia in Italia e da dove nasce la tua passione per l’Hip-Hop? Quali sono stati i tuoi primi passi nella scena?
MR.PHIL: “Io sono stato adottato a Londra da genitori Italiani. A circa 11 anni hanno divorziato e mia madre ha scelto di tornare a vivere in Italia nel 1993.
I miei primi passi nella scena hip hop Romana sono stati attraverso il mondo del djing. A 15/16 anni ho iniziato a suonare e fare la gavetta nelle serate clubbing hip hop a Roma.
Questo giro di serate e pomeriggi era frequentato dalla comitiva del Flaminio che conteneva lo storico gruppo Flaminio Maphia. Con loro ho avuto il mio primo contatto con il rap Italiano/Romano, e da lì ho iniziato a frequentare le jam di periferia e quelle storiche del Rome Zoo. Il resto è storia.
“Guerra Fra Poveri” del 2006 forse è ancora il tuo album più iconico grazie a bangers come “Piombo e Fango” con il Danno e Lord Bean. Quali sono i ricordi più belli di quell’album? E quali sono gli altri tuoi album che reputi piu’ importanti o a cui sei più legato?
MR.PHIL: “Quel album nacque con i beat ‘scartati’ delle produzioni che avevo fatto per Anima & Ghiaccio dei Colle. L’album fu prodotto per l’etichetta con la auale collaboravo (Vibrarecords) e la produzione di quell’album mi formò soprattutto a livello di produttore a 360°. Fino a quel momento avevo prodotto già Kill Phil 1 e l’album con Amir oltre ad avere collaborato a produrre diverse produzioni per altri artisti, ma GFP fu il primo progetto che mi fece realizzare che fare il produttore è diverso rispetto fare il beatmaker. Sono due cose molto diverse”.
Tornando al presente, dopo una carriera ventennale alle spalle e nonostante l’underground italiano sia stato ignorato per anni, oggi sei forse anche più prolifico di prima! Infatti, da un paio di anni stai producendo diversi progetti insieme ad alcuni rappers della scena underground. Da Montenero a Poppa Gee, arrivando all’ultimo EP con il toscano Creep Giuliano.
MR.PHIL: “Si, è vero. La verità è che dopo tutti questi anni io ho la stessa voglia, se non addirittura più voglia, di produrre rispetto a prima. Quello che è cambiato è che mi sono rotto le palle di tutta la parte di stare dietro ai cantanti, i manager, le etichette, gli avvocati e tutta quella filza di ‘middlemen’ che ti tolgono la voglia di vivere. Vuoi lavorare con me? Si? Bene lavoriamo. Non vuoi lavorare con me? No problema avanti il prossimo. Invece purtroppo non è quasi mai così semplice.
A me interessa lavorare con MC bravi e con persone con cui mi trovo bene. Il resto è secondario. Certo sarei un ipocrita a dire che non vorrei avere più seguito oppure essere più ‘ricercato’, ma dal primo beat che ho fatto nel 97 fino al ultimo beat che ho fatto ieri ho sempre SEMPRE voluto produrre quello che piace a me senza pensare minimamente a quello che va di moda o meno.
Cosa tiene viva la tua ispirazione e voglia di metterti in gioco? Come mai hai scelto di collaborare con questi MC’s della scena underground e come sono nati questi tuoi ultimi progetti?
MR.PHIL: “Ho passato degli anni molto difficili nella mia vita privata nel ultimo decennio, ho avuto dei problemi che ti fanno riflettere sulla propria vita, di distinguere bene tra quello che fai, perché lo fai e cosa ti rende DAVVERO felice. Io mi sono reso conto che fare musica e suonare come dj sono cose che mi rendono felice e alle quali non sono disposto a rinunciare perniente al mondo.
Potrei mettermi li a mandare beat ad artisti a cui non frega nulla, potrei trasferirmi in città dove è più facile entrare in determinati giri, potrei fare il leccaculo, potrei potrei potrei… ma dopo 20+ anni nella scena, dopo essermi tolto tanti soddisfazioni e dopo aver creato qualcosa di importante, sono felice di fare quello che faccio per ME STESSO. Sono in 50 ad ascoltarmi? Bene. Sono in 1 milione bene uguale.
Nella scena underground, per chi sa ascoltare, ci sono sempre dei talenti da scovare. Io sono un produttore è scovare nuove voci è una delle cose più belle da fare secondo me. Ci sono pochissimi soldi? Zero budget? Niente promo? Niente agenzia promo o tour? Pazienza. Per me l’importante è fare musica.
Com’è cambiato il tuo modo di produrre basi oggi, rispetto una decina di anni fa, anche a livello di strumentazioni e software, ma soprattutto di approccio al beatmaking?
MR.PHIL: “A livello di strumentazione sinceramente molto poco. Si, chiaro, oggi per produrre come produco io a livello di strumentazione ci vuole meno rispetto a ieri. Questo è un bene. Come produttore è chiaro che ci sono 20 anni di evoluzione, di maturità artistica, di padronanza sulla propria arte. Campiono sempre e solo da dischi originali, uso sempre un campionatore (ieri l’akai s950, oggi un mpc), ricerco sempre sample & break di batteria nei negozio di dischi, ma avendo 20 anni di esperienza ho un orecchio più “studiato”.
Cosa pensi della scena underground oggi? Con quali rappers italiani o stranieri ti piacerebbe lavorare prossimamente o, magari, hai già in programma di collaborare?
MR.PHIL : “La scena del rap ‘classico’, il ‘boombap’ è quasi scomparsa direi. Il mainstream propone un mondo diverso rispetto quello che ci stava prima quindi è una conseguenza naturale che chi oggi si avvicina al rap è chiaramente improntato su sonorità diverse rispetto quelle che amo io. Questo non vuol dire essere bloccati nel passato eh.. vuol dire semplicemente che quello che piace a me oggi è diventato nicchia. Anche per questo ci stanno diversi MC e realtà anche in Italia che invece amano sonorità più grezze, con quello che potrebbe essere definita l’evoluzione e la rinascita del classico rap hardcore.
La Griselda è l’esempio più ovvio che viene in mente, ma anche diversi artisti e produttori che sono quotatissimi che sono rimasti fedeli ad un sound ma hanno la bravura di essere riusciti a evolvere quel sound, quel gusto classico nell’era moderna.
In Italia questo è MOLTO più raro, se non quasi assente nel mainstream. Personalmente ho diverse collaborazioni su cui sto gia lavorando con altri MC underground Italiani ma anche qualche Americano. Se mi seguite ne sentirete parlare nelle prossime settimane.
Chi sono i tuoi punti di riferimento artistici oggi per quanto riguarda la produzione? E chi sono i tuoi 3 producers emergenti preferiti, italiani e non? E la tua top 5 preferiti di sempre, sia italiani che non?
MR.PHIL: “Alchemist era ed è il punto di riferimento più importante per me. Adoro anche altri produttori, ma Alc e la sua evoluzione da produttore è quello che ogni volta che esce un suo progetto mi metto lì in cuffia a sentirlo per elaborare le sue produzioni e capire cosa ha fatto.
Italiani direi che Dj Sine è uno dei miei produttori preferiti perché lo ritengo un produttore completo che ha un orecchio, gusto e visione totale dei progetti che produce. Menzionerei anche Gio Lama di Pescara che fa delle produzioni pazzesche e Blo/B di Milano che oltre ad essere un MC con i controcoglioni è anche un beatmaker della madonna”.
E la tua top 5 preferiti di sempre, sia italiani che non?
MR.PHIL: “Americani direi ovviamente Marley Marl, Dj Premier, Pete Rock, Havoc & Alc. Italiani direi Caesar ma per i miei gusti e per la sua discografia DjShocca aka Roc B aka Peace to Matteo è il numero uno senza eguali”.
Puoi anticiparci qualcosa dei tuoi prossimi lavori?
MR.PHIL: “A breve usciranno diversi altri EP miei in collaborazione con MC fortissimi come Effe Kappa, Dono, Spike il Rettigliano, e Dome Flame. Sto anche lavorando ad un nuovo album/compila e diversi singoli con MC Americani. Mi tengo occupato”.