Street legends: intervista a Tawa 16K
Quattro chiacchiere con Tawa, vera e propria leggenda del writing italiano che da oltre 30 anni contribuisce con stile all’evoluzione della nobile arte dei graffiti…
Come mai il nome Tawa? Cosa ti ha spinto a dipingere e quando hai iniziato?
Tawanon è altro che il mio nome di battesimo… Nell’88/89 ho iniziato a frequentare il muretto, posto storico e fulcro dell’hip-hop milanese di quegli anni. Nel garage sottostante ho visto i primi graffiti e ne sono rimasto letteralmente folgorato. È stato lì che ho deciso che quella sarebbe diventata la mia strada!
Qual è in assoluto il primo ricordo che hai del writing?
Il primo ricordo è sicuramente il primo graffito che feci nel 1990 dietro il muro di una scuola in Via Cadore. Ricordo ancora la fatica nel tirare le linee dritte e cercare di non far colare il colore… non era semplice data la pressione che avevano e indubbiamente la mia poca esperienza. Il pezzo uscì bene e oggi ne ho ancora un bel ricordo.
Parlaci di come si è evoluto il tuo stile negli anni…
Ho iniziato con il classico stile europeo di allora, poi con l’arrivo delle prime Fanzine ho potuto scoprire anche lo stile newyorkese. Successivamente ho sentito l’esigenza di creare qualcosa di mio per distinguermi dagli altri writers. Inventai lettere con forme organiche e a struttura ossea disposte in forma simmetrica, dando origine al mio stile unico e innovativo: l’Anatomic Style.
Fai parte della 16K. Quando si è formata e come? Raccontaci un po’ di questa crew…
La 16k si è formata nel 1992. La nostra crew era basata sull’originalità e lo stile, ma soprattutto sull’amicizia.
Parlaci della scena di quei tempi, era totalmente diversa rispetto ad oggi o qualcosa di allora è rimasto?
Ai miei tempi ricordo che era basato tutto sullo stile, lo Style Wars, la guerra dello stile. Quando vedevo un pezzo che spaccava su un treno oppure su un muro, il mio prossimo graffito doveva spaccare il culo. Secondo me questo era lo step che ti faceva crescere ed evolvere. Forse oggi non esiste più quella sana competizione che c’era allora.
Cosa ne pensi della nuova scuola? Secondo te ci sono giovani promesse emergenti?
Non sono ben informato sui nuovi writers però posso dire che vedo un buon livello tecnico, anche se onestamente lo studio della lettera lascia un po’ a desiderare.
Oltre alle “murate” hai anche sperimentato diverse tecniche su altri tipi di supporti.
Si oltre che sui muri dipingo anche su tela. Il lavoro in studio è totalmente diverso ma altrettanto stimolante e pieno di nuove sfide. In studio con me dipinge anche la mia compagna Dada dove le sue geishe prendono vita, affinando tecniche e perfezionando il suo stile per identificarsi in modo unico. Da circa tre anni dipinge anche con gli spray su muri dove emerge con il lettering utilizzando il suo nome DADA in maniera semplice e pulita.
Parlaci del tuo percorso artistico in senso lato…
Il mio percorso artistico varia dai graffiti sui muri a mostre in Galleria. La mia ricerca del gesto è il segno… è l’evoluzione della lettera.
La tua espressione artistica da cosa è spinta? Pensi ad un evoluzione futura della tua arte?
Sono spinto dal desiderio di creare qualcosa che non esisteva prima. In particolare il mio lavoro su tela è basato proprio sullo studio e sull’evoluzione della lettera e dei materiali usati per dipingere. Penso quindi, che non vedrò mai la fine della mia pittura.
Che consiglio daresti a un ragazzino che si avvicina agli spray?
Il primo consiglio che mi viene in mente è quello che ho dato a me stesso, quello di disegnare tanto su carta prima di andare sul muro.
Che insegnamenti di vita ti ha trasmesso la disciplina del writing?
Sicuramente il rispetto e l’amicizia.