Mr.Acker, l’amore per il writing tra gioie e dolori
Mister Acker, affermato writer palermitano, ci racconta il suo percorso artistico attraverso le soddisfazioni e i “dolori” che la disciplina del writing comporta.
Ciao Mister Acker, perché hai scelto questo nome? Come e quando ti sei avvicinato alla disciplina del writing? Hai una crew di appartenenza?
La storia del nome è un po’ lunga, cercherò di essere il più conciso possibile. Mi sono avvicinato al mondo dell’hip-hop tramite un caro amico di mio fratello. Lui principalmente era un breakers, ma di tanto in tanto si concedeva un giro di bombing per la città: il suo tag era Ekans e un po’ per emulazione la prima scelta è caduta su Arbok, nome che ho utilizzato solo ed esclusivamente per fare sketch e riempire di scritte i quaderni di scuola, ma il primo nome con cui ho cominciato a lasciare scritte sui muri è stato Arakne/Aracne. Questo l’ho mantenuto per circa 1 anno: purtroppo la troppa foga infantile mi ha costretto a dover cambiare nome, avendo letteralmente devastato il quartiere dove vivevo c’era tanta gente poco raccomandabile che mi stava cercando e per via di questo accaduto ho dovuto ricercare un nuovo nome, dopo varie prove, essendo molto legato alle precedenti lettere ho cercato di creare un’acronimo cosi è nato Acker (la N è stata tolta perché non è mai stata una lettera che ho amato particolarmente).
Dopo anni di muri, bombing e treni ho avuto problematiche legali che mi hanno portato a non poter scrivere più Acker per un lungo periodo nel quale ho usato solo ed esclusivamente Mister. A, la lettera A mi ha accompagnato sin dagli albori Arbok – Arakne – Acker, mi è sembrata la miglior sintesi per rappresentare tutto il mio percorso. Solo quando ho chiuso tutti i miei conti legali e non avendo più intenzione di agire nell’illegalità da un periodo a questa parte ho deciso di unire le due scritte e di rendere un nome unico Mister Acker, a volte scrivo Mister.A, altre volte Acker. Faccio parte di Skill Burners, una crew nata 2 anni fa da una connessione Palermo/Messina quasi per gioco, ora siamo in 7 // Mr. Acker – Felix – Proe – Terun – Rosk&Loste – Smoke, tutti Siculi tranne Smoke che abbiamo deciso di renderlo partecipe in quanto “uno di noi” anche se sta in veneto è siciliano dentro! Speriamo di diventare un punto di riferimento per i giovani siciliani e non.
Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di avere un talento particolare e di essere parte della scena del writing a tutti gli effetti?
Diciamo che sin da subito ho mostrato una particolare attitudine per le lettere, nel primo anno di pezzo in pezzo c’erano salti di qualità non indifferenti, probabilmente ho sempre creduto di avere talento, ma quello non basta per arrivare a dei risultati, ci vuole studio e costanza per evolversi. Per quanto riguarda la scena sinceramente è una cosa a cui non ho mai pensato, cerco di guardare sempre a chi spacca più di me e per me restano loro la vera scena italiana, pensare che posso essere accomunato a certi nomi non può che lusingarmi.
A cosa e a chi ti sei ispirato negli anni per raggiungere uno stile così accurato?
Il percorso formativo dello stile lo reputo un percorso estremamente personale, come ho scritto prima nel primo anno avrò cambiato 15 stili circa, ogni pezzo che andavo a fare provavo sempre cose nuove, non facevo più di 2/3 pezzi con lo stesso stile. Quando ho cominciato a livello locale c’erano pochi writer che potevano esprimere quello che mi interessava però devo dire che Enyz ha avuto delle forti influenze, comunque principalmente ho guardato molto la scena Italiana, questa è stata una forte fonte d’ispirazione e gente come Blef, Bero, Twesh… Hanno contribuito alla formazione di uno stile personale, copiando cose diverse ed unendole credo di aver creato qualche cosa di nuovo che logicamente nel tempo si è evoluto e perfezionato, e spero che continuerò a farlo. Sono sempre stato dell’opinione che uno degli aspetti creativi più interessanti è quello di saper copiare, cioè il concetto come detto prima se riesci a prendere due cose completamente diverse e riesci a unirle creandone una nuova hai attuato un processo creativo non indifferente, chi copia con coscienza è il miglior creativo.
Parlaci delle differenze che hai potuto constatare nel writing in Italia da quando hai iniziato a disegnare ad oggi.
Mhm per cominciare nel 2004, quando ho cominciato, internet era agli albori o comunque era poco diuso, quindi se volevi vedere qualche graffito o avere qualche reference dovevi andare o nelle hall of fame storiche o cercare le fanzine negli shop locali, il movimento era assolutamente underground, non era sdoganato come oggi, se dipingevi eri quello “strano” non “l’artista”. Oggi instagram comanda le mode e le tendenze mentre prima dovevi scendere in piazza per vivere il mondo dei graffiti, per avere un confronto con quelli che ci stavano dentro, prima era più figo chi aveva fatto l’azione più rischiosa o più pazza, chi aveva più pannelli che giravano… ora sembra basato tutto su un numero quello dei social, tutti puntano alla fama e alla gloria, come se chi avesse tanti follower avesse una marcia in più non capendo che non importa nulla del numero di like o di follower, paradossalmente posso pubblicare un pezzo e prendere 10.000 like ma quelli che realmente mi possono importare sono quelli della gente che più stimo a livello personale e artistico. Non voglio dire che prima era meglio, semplicemente ora è diverso, come tutte le cose i graffiti si stanno evolvendo e stanno prendendo una direzione diversa da come la conoscevamo noi, mi piace pensare alla tecnologia, 20 anni fa eravamo fighi con l’Alcatel o con il Nokia 3310, ora abbiamo smartphone con fotocamere pazzesche ed internet perennemente attivo, questo vale anche per il graffiti secondo me.
Che insegnamenti di vita hai tratto da questa nobile arte?
Questa “Nobile Arte” credo che mi abbia dato e tolto veramente tanto, in termini economici sicuramente è disastrosa, a livello emotivo credo che poche cose al mondo possano darti le stesse emozioni, comunque non cambierei nulla del mio percorso, sono dell’opinione che si impara dagli errori, nel mio caso da una “disgrazia” (i guai legali) mi sono creato una professione, perché ho sentito l’esigenza di continuare a farli in un modo o in un’altro e ho cominciato a digitalizzare gli sketch, a questo punto avevo una padronanza tale dei programmi che ho cominciato a lavorare con la grafica e perfezionando la parte teorica facendo un corso di Graphic Design in Accademia ho trovato un vero e proprio percorso professionale, che ad oggi mi dà da vivere.
Hai un aneddoto di cui vorresti parlarci legato al mondo “illegal”?
Per quanto riguarda l’aneddoto rispolvero una storia che già ho raccontato in altre occasioni ma tra le tante mi sembra che abbia veramente una marcia in più hehe. “Sabato 26 marzo 2016, ore 18.30. Era una sabato pomeriggio come un’altro che si passava a Piazza Castelnuovo, detta anche piazza Skate, punto di ritrovo di tutta la scena Hip Hop underground degli anni 2000, gli skater facevano i loro trick, gli MC con i loro freestyle, i braker con le loro acrobazie e noi writer, come sempre, dopo che compravamo i colori cominciavamo a progettare murate e nuove azioni da dover fare, proprio in quel momento arrivò in piazza il furgoncino di StranAmore, bianco candido e super “sbrilluccicante” pronto alla registrazione della puntata. A quei tempi ogni sfida folle era ben accetta ma sinceramente non pensavo realmente di poter fare un’azione del genere però purtroppo dissi “e pure me lo sparerei un bel throwup sul camioncino di StranAmore”, e qualcuno rispose “seee un ta firi a fallu (si va beh, non ci riesci a farlo)” a quel punto con il sangue agli occhi, il tempo di organizzare l’azione per correre meno rischi possibile e…. sono partito! Salvo lo skater mi seguiva sopra il suo skate riprendendo con uno dei primi cellulari con la fotocamera, taggone one-line sul retro del camioncino e via… più veloce della luce, la piazza era gremita di gente che poi incredula si è riversata sul furgoncino per capire cosa fosse accaduto…”
Come definiresti il tuo stile e la concezione artistica che c’è dietro ai tuoi disegni e le tue colorazioni? Parlaci della loro evoluzione negli anni.
Da sempre sono stato un’amante del wildstyle, gli intrecci, le forme ed i volumi che ne fanno parte stuzzicano gli occhi di chi li guarda, che li si legga o meno generano comunque emozioni. Negli anni ho cercato di creare un’equilibrio tra la struttura dell’intero pezzo e della singola lettera, creare gli intrecci senza far soffrire troppo il singolo glifo. Quando devo fare cose in velocità, es quando ero più piccolo ed andavo a dipingere i pannelli riuscivo a fare anche uno stile più semplice, senza intrecci ma comunque mantenendo sempre la struttura delle lettere che utilizzo nel wild, semplicemente un po’ più ciccie e più semplici, ad oggi continuo a utilizzare questo stile quando ho poco tempo per dipingere.
Oltre alle murate quali altri supporti utilizzi e quali tecniche preferisci?
Da sempre ho apprezzato tutte le macro categorie che fanno parte del writing: la serata bombing, la notte in yard, lo sketch ben curato o la murata nel week end, sono dell’opinione che siano tante emozioni che camminano su binari differenti che un vero writer deve almeno provare una volta nella vita. Purtroppo crescendo ho dovuto dare priorità ad altro e non mi sento più di mettermi in gioco agendo illegalmente, con tutte le responsabilità e quello che si rischia di perdere non riesco più a raggiungere quella completezza che ho sempre amano, quindi da qualche anno a questa parte dipingo solo in hall of fame e disegno gli sketch in digitale con programmi vettoriali.
Al di fuori del writing ci sono delle altre passioni a cui ti sei dedicato e altre che avresti voluto perseguire?
Ho sempre amato giocare a pallone, sono stato tesserato con diverse società e ho giocato anche a livello agonistico però purtroppo per guai fisici non ho potuto proseguire, ora faccio solo qualche partitella infrasettimanale con gli amici e continuo ad essere un tifoso sfegatato del Palermo. Ho una grande passione per la grafica e per il design. Nel tempo libero gioco alla playstation online con gli amici.
Che consigli daresti ai ragazzi che si approcciano oggi al mondo del writing?
Il mio consiglio è osserva i graffiti dei migliori. Studia bene i glifi per poi poterli stilizzare. Disegna un giorno si e l’altro pure per prendere confidenza con le tue linee, buttati giorno e notte in qualche baraccone abbandonato e prendi confidenza con gli spray, ma sopratutto dipingi per te stesso e poi per gli altri, quello che fai deve piacere principalmente a te. Essere è meglio che apparire, la fama e la gloria non contano un cazzo!
Hai dei progetti futuri? Dove e come ti vedi un domani?
Avevo tanti progetti, ma ultimamente voglio pensare semplicemente a fare un passo dopo l’altro, spesso quando ti prefiggi degli obiettivi tendi a correre per raggiungerli, invece voglio solo godermi un pò il momento, Dipingere quando posso, godermi questo tempo e viaggiare il più possibile, magari facendo collaborazioni nuove e conoscendo nuove persone. Come mi vedo un domani? come sempre, un ragazzo che imbratta i muri, che lavora duro per arrivare a fine mese, magari con qualche pargoletto che gira per casa, ma un domani vedremo come andrà a finire ;).