Intervista a Smake. Graffiti e calligrafia a confronto.
Smake in un’intervista ricchissima di spunti ci racconta della sua evoluzione artistica, dell’arte della calligrafia e della sua esperienza a Gaza, dove ha portato il suo amore per l’Hip Hop e per i Graffiti
Ciao Smake raccontaci come e quando è nata la tua passione per i graffiti…
Ciao ragazzi, intanto grazie per lo spazio che mi avete dedicato. È iniziato tutto intorno al 2000, un mio amico con cui giocavo a basket ha condiviso con me i pochi dischi rap che aveva a quei tempi, lui già faceva tag in giro. Scoperto quel nuovo mondo chiamato Hip Hop cominciai entusiasta a praticare diverse discipline contemporaneamente come i graffiti, la breakdance e lo skate finchè i graffiti presero il sopravvento sul resto.
In quegli anni il muro in Hall Of Fame te lo dovevi sudare, le regole erano chiare e andavano rispettate, quindi mi misi subito sotto e da li cominciò questa passione per la ricerca delle lettere che continua tutt’ora.
Di quali crew hai fatto parte? Raccontaci di qualche episodio, persona o ricordo ai quali sei particolarmente legato…
Faccio parte di tante crew (forse troppe, conosciute e meno) quindi diciamo che farò una sintesi di quelle che hanno un significato particolare per me:
- SMS (con Zhanco, Ya3) è stata la prima vera crew con cui ho girato tanto i primi anni, quasi una decina, e fatto tante esperienze, belle e brutte ma costruttive;
- DSK (con Desk e Korvo) è la mia attuale crew con cui sono maturato tantissimo in questi ultimi 10 anni. Siamo una famiglia, condividiamo tutto, anche se ultimamente non riusciamo a dipingere tanto insieme come qualche anno fa per via della distanza e del lavoro ma l’amore e la fratellanza che ci unisce va oltre tutto;
- TDK (con Raptuz, Skah, Mec, Sten, Reo, Rendo, Neuro, Senso, Max Gatto, Kunos, ShineRoyal, Zero, Mr.Wany, EricsOne, Asker, Bedo, Arsek & Erase, Berse, Mambo, Seacreative, StyleOne, Mr.Thoms, Tomoz, Art of Sool, Weik, Cheone, Sklero e sicuramente altri che al momento mi sfuggono.. scusate ma siamo davvero tanti!!) è una crew storica che credo non abbia bisogno di presentazioni. Ne sono entrato a far parte dal 2017 ‘battezzato da Gigi Raptuz’ e per me è motivo di orgoglio e grande soddisfazione visto il mio percorso.
Che aggettivi useresti per definire il tuo stile? come si è evoluto negli anni?
Bella domanda, non saprei dare degli aggettivi così su due piedi, lascio agli altri questo compito. Da ragazzino ho iniziando seguendo soprattutto lo stile tedesco cercando il wildstyle, poi , pian piano, ho iniziato a metterci del mio, disegnavo e studiavo tanto finchè non l’ho sentito diventare totalmente mio. Nonostante ciò c’era (e ci sarà sempre) la sensazione di un’ulteriore ricerca ed evoluzione delle lettere dopo uno sketch o un muro. Sicuramente c’è soddisfazione, ma mai al 100% e questo è un ottimo stimolo a continuare questa ricerca di bellezza e stile.
Il mio stile negli anni ha subito inevitabilmente influenze, prima dalla grafica poi dalla tipografia e per finire dalla calligrafia. In particolare con quest’ultima si sposa benissimo, spesso, nelle lettere wildstyle ho inserito parti calligrafiche e, in generale quando ora disegno, gli stessi stick/loop dei graffiti prendono i vari ‘flow’ dai segni calligrafici. Mi piace molto il concetto di “riconciliazione” tra le lettere.
Come mai ti sei avvicinato allo studio della calligrafia? Quale state l’impatto che ha avuto sull’evoluzione del tuo stile e che insegnamenti ne hai tratto?
Ero arrivato ad un livello in cui non riuscivo più ad avanzare in questa forma d’arte e forse in generale ero stufo della mia routine. Facevo un lavoro che non amavo e, nonostante fosse ben pagato, non mi dava troppi stimoli, anzi, mi limitava a livello artistico. La consapevolezza che non sarei stato davvero felice mi ha dato la forza necessaria per prendere la decisione di trasferirmi a Milano, studiare calligrafia e farlo diventare il mio lavoro. Sapevo che sarei andato incontro ad un percorso difficile ma solo così, facendo ciò che amo e superando ogni ostacolo grazie alla pratica, so che realizzerò una vita piena di valore senza sprecare talento.
Quali sono le analogie e le differenze tra graffiti e calligrafia?
Bhe semplice, innanzitutto la calligrafia è primordiale ed è la costruzione ‘pezzo dopo pezzo’ della lettera, da non confondere con la grafia. Ha bisogno di tempo e tanta pratica, si parla di classici segni calligrafici messi insieme che formano la lettera finale. I graffiti, invece, sono l’opposto e cioè la massima evoluzione che le lettere hanno avuto negli anni, passando per la tipografia, la grafica e la pubblicità, e che avranno in futuro con nuove tecniche.
Basta pensare che la stessa lettera ‘graffiti’ viene elaborata pezzo pezzo nello sketch e che il processo di creazione non è poi così diverso. Lo stile e la tecnica sono diversi ma concettualmente no.
Che tecniche e supporti utilizzi?
Di tutto di più, mi piace spaziare molto e in ogni situazione (anche al di fuori di un contesto artistico) cerco possibili strumenti e possibili superfici per scrivere… credo sia tipo una malattia! (malattia buona ovviamente hahaha..)
Di base uso spray, pennelli, marker e rulli principalmente su tele e muri, ma non è improbabile vedermi scrivere sulla tovaglietta del giapponese con le bacchette di legno ad esempio.
Chi sono stati gli artisti a cui ti sei ispirato in passato? e quali sono gli artisti che ammiri di più oggi?
Diciamo che ho sempre guardato più alla scena italiana perché riuscivo a seguirla meglio e sentivo di farne parte. Per me gli storici internazionali come Taki183, Phase2, Rammellzee, Futura, Seen, Kase2, Mode2, Vulcan, Delta, Cope2, Tracy 168, Seen, Blek le Rat, FX crew, Chaz Bojorquez, Keith Haring ecc. sono le basi del writing e della street art. Poi ancora, ci sono Dare, Totem, Bates, Can2, Kent, MadC, Daim, Seak, Loomit e tanti altri..
In Italia apprezzavo molto Blef, Mr.Wany, Korvo, Sopa, Dizney, 2Neko, Keno, Macs, Onem, Dasw, Neo, Danc, la Cremeria, VMD crew, Sirtwo, Dumbo, DiasUht crew, KTM, Boost, Enko e BSA crew, Bean, Mind, CKC crew, TDK crew, Mr.Thoms, Kiv, Bol, EAD crew, Cento, Capo, Moe, Rusty, Dado e SPA, Eron, Blu, KNM crew, WildBoys crew, TotalKaos crew e ancora tanti altri..
Parlaci della tua esperienza a Gaza. Credi che il writing e l’hip hop possano avere un ruolo positivo in un contesto così complicato? Qual è il tuo punto di vista?
Assolutamente si, l’esperienza in Palestina ha dimostrato come in qualsiasi contesto sia possibile utilizzare l’Hip Hop come metodo per affrontare le difficoltà e la sofferenza. Sarò sincero, avevo solo una mezza idea di quella che poteva essere la vita a Gaza, dettata per lo più dai media, si sa, i qualsiasi tendono ad appiattire la realtà delle cose. Cose che, non avendo vissuto in prima persona, non potevo capire davvero.
Avevo però la sensazione che sarebbe andata bene, ero fiducioso e volevo dare il massimo senza aspettarmi troppo. A mia sorpresa i ragazzi hanno risposto calorosamente alla disciplina. Non solo nel risultato finale della giornata (bozzetti troppo freschi e nuove idee da sviluppare), ma soprattutto nel coinvolgimento che c’è stato in tutti loro, nessuno escluso. Vederli perdersi nei colori e nelle dimensioni delle lettere, senza dover pensare a nient’altro, dimenticandosi per qualche ora della follia umana che li costringe a quella vita, è stato di vitale importanza per me e per la riuscita del progetto. E la cosa è andata sempre meglio nei giorni a venire.
Stessa cosa è successa con i ragazzi della Camps Breakerz Crew, anzi, con loro siamo andati ben oltre.. (tralasciando per un attimo i contesti pesanti della quotidianità in Palestina che abbiamo condiviso) è venuto fuori il vero spirito dell’Hip Hop, quell’energia che unisce come fratelli anche se distanti centinaia di chilometri…HIP HOP WORLDWIDE!
In più è stata una grande vittoria a livello personale, dimostrare alla società di non aver perso tempo negli ultimi 20 anni dietro a semplici graffiti, ma che questa è una disciplina a tutti gli effetti, uno strumento importante di crescita che aiuta lo sviluppo di moltissimi giovani (e non) in tutto il mondo. Sogno di ripetere quest’esperienza in tanti altri paesi, ovunque c’è bisogno, conoscere ed aiutare quanti più ragazzi possibile mi renderebbe davvero felice e realizzato ma non è poi così semplice.
Ci sono altri paesi nei quali hai dipinto? Come ti sei trovato con la scena locale?
Si ho dipinto diverse volte in Germania al Meeting Of Styles, in Spagna e in Marocco ma solo in Germania ho conosciuto parte della scena o comunque ho potuto confrontarmi con essa. Che dire, ho vissuto ottime situazioni e bellissime vibes con loro, sono professionali se parliamo di graffiti/organizzazione e l’apprezzo molto. Ma dal punto di vista personale preferisco il nostro ‘stile’ casinista italiano che mi fa sentire a casa!
Invece qui in Italia ci sono delle attività in ambito sociale / culturale alle quali stai partecipando o dei progetti di cui vuoi parlarci?
Si, parlerei volentieri del Draw The Line Festival. È un evento di street art, nato nel 2011 a Campobasso, che porto avanti con l’Associazione Malatesta. L’associazione si occupa prevalentemente di sport outdoor, come l’arrampicata sportiva, trekking, cicloturismo, percorsi in natura, snowboard e da poco anche surf.
Ma la passione per i graffiti condivisa con altri membri dell’associazione (Desk e Sopa) ci ha portati ad organizzare già dal 2007/2008 delle piccole jam/eventi autogestiti, finché nel 2010 presentammo il progetto con cui poi vincemmo un bando nazionale, che ci permise di iniziare col botto chiamando più di 100 artisti da tutta Italia e anche dall’estero.
Da li in poi non ci siamo più fermati e, nonostante l’autogestione e quindi l’autofinanziamento, abbiamo portato anno dopo anno grandi artisti come Blu, Erica il cane, Roa, Peeta, Vesod, Macs, Made514, Dado, Etnik, Sera, Joys, Reser, Milu Correch, Zed1, Andrea Ravo, Gomez, Alleg, Truly Design, Hitness, Mr.Thoms, Blef, Mr.Wany, Korvo, Mr.Blob, 2neko, e tanti altri in una città che, per quanto è piccola, sta diventando un gran museo a cielo aperto. Invito tutti a visitarla, abbiamo grandi progetti per il 2021 in cui festeggeremo i primi 10 anni del festival.
Ancora Grazie e Complimenti a ThrowUp Mag… BigUp!
Artista di grande levatura artistica, professionale, sociale ed umana. Cosmica la sua arte.
Bravissimi!!! Siete grandi e fate cose grandi!!! Siete una forza umana, di grande sensibilità. Apprezzo tantissimo quello che fate e i messaggi che lasciate con i vostri stupendi lavori…