Intervista al Korvo tra fantasia e surrealismo…
Il Korvo ci racconta il suo lungo percorso dai primi passi solitari nel mondo del writing, fino alla sua esplosione artistica.
Iniziamo con le domande di rito: perché hai scelto il nome Korvo? Come e quando ti sei avvicinato alla disciplina del writing? Quali sono i tuoi primi ricordi?
Ciao ragazzi, io ho approcciato al writing nel ‘94 grazie a delle immagini su cartolina, souvenir di una gita a Berlino di fratelli maggiori di amici. Quelle immagini di pezzi mi hanno flashato alla grande e ho provato a riprodurli, in grande, sul muro. Negli stessi anni leggevo il fumetto anni ‘80 di James O’Barr autore de “Il Corvo” prima dell’uscita del film; cominciai ad affezionarmi all’animale in senso simbolico, totemico e mi resi conto che in tutte le culture questo uccello ha una posizione di rilievo: pensate ad esempio ai corvi El dio Odino. È inoltre considerato il volatile più intelligente… Insomma ho scelto Korvo associato spesso al nome zoologico sempre con la K al posto della C: KorvuzKorax!
Qual’è stato il momento in cui ti sei accorto di aver un talento particolare e di essere parte della scena del writing a tutti gli effetti?
Cenni di talento ci sono stati sin dai primi anni di vita, disegno da sempre. Poi il writing con i suoi ritmi particolari, nel senso che “allenarsi” è difficile se non hai una yard, un tuo wall… In provincia ero praticamente l’unico a farlo e avevo sempre a che fare con le forze dell ‘ordine. Inoltre un lungo spostamento ad Urbino mi ha costretto a dipingere pochissimo: dal ‘94 ai primi del 2000 ho avuto pochissime possibilità… Poi ti rendi conto che qualcosa va per il verso giusto quando ti invitano in giro, quando ci tengono a vederti lavorare… Sono soddisfazioni! Devo aggiungere che ad oggi non so qual è il mio posto nella scena, mi sento sempre un principiante. Il Writing con la w maiuscola poi è un altra cosa…
Hai una crew di appartenenza ? E Cosa ne pensi della scena del Sud Italia…
Da questa estate sono ufficialmente nella DRAK crew di Battipaglia, amici con cui condivido tanto anche al di fuori dello spray, vi amo! Sono sempre stato un cane sciolto, ahahah! Come vi raccontavo, sono partito da solo e i reali contatti con la scena sono arrivati solo dopo qualche tempo. Con il socio SMAKE e il mitiko DES fondammo la DSK e anche se abbiamo dipinto raramente tutti assieme sono i miei fratelli! Al Sud sono sempre accolto benissimo: la scena è “calda” in tutti i sensi!
Parlaci di come si è evoluto il tuo stile negli anni e dei tuoi puppet fantasiosi…
Quando mi dicono che sono bravo, che spacco, che faccio paura (tecnicamente intendo) io so che c’è chi mi fa il culo e non mi sento mai abbastanza forte, o almeno non forte come vorrei. Riconosco una dote particolare: questa fantasia surreale e prolifica che mi permette di non fare mai due volte la stessa cosa/soggetto. Io amo il surrealismo, la metafisica e la conoscenza della realtà sottile. Sono un adoratore della Marjuana che uso come forte veicolo della mia immaginazione… Sono in dimensione mistica con un beat Hip Hop, una tela, dei pennelli e uno spliff… In sottofondo ora è partito il pezzo “Dimensioni Mistiche” di Maury B: che coincidenza… Ecco questo pezzo spiega bene alcune cose: MindElevation!
Oltre alle “murate” quali altri supporti utilizzi? Quali tecniche preferisci?
Carta, muro, legno, tele, tele, tele, muri grossi liscissimi, metallo, treni, mongolfiere, pelle nuda, ecc … E poi bomboletta spraaaaay, matita, pennarello, pennasantissimabic, acquerello, tempera, olio, pomodorini, argilla, gesso, ecc…
Una tua caratteristica distintiva è la realizzazione di sculture. Raccontaci questo percorso
Qualche anno fa ho frequentato per un lungo periodo la bottega del Maestro scultore, pittore, fratello Salvatore Troiano (andate a dare un occhiata) e ho appreso varie tecniche antiche che ho poi utilizzato nella creazione di alcune sculturine. Purtroppo ultimamente ho un po’ abbandonato quella ricerca ma sto rimettendo in sesto uno spazio per ricominciare.
Quando hai iniziato com’era la scena del writing? Come la vedi adesso? A quale/i artista/i ti sei ispirato negli anni? Fiuti nuovi talenti?
Lo racconto sempre, nella metà degli anni ‘90 ho visto dei disegni del supremo SHA ONE e ho deciso che quello era lo standard da raggiungere! Non ci sono arrivato, ma la spinta mi porta ancora oggi a impegnarmi in questa direzione, ispirazione massima.
La scena? Oggi mi sento più vecchio e vedo sempre prima il lato umano, intendiamoci: sei bravissimo con le bonze in mano, hai stile a pacchi ma sei una persona superba, sei poco empatico…. non sei hip hop! Quell’altro fa streetart e quindi è scemo a prescindere, un altro cambia bandiera passa dallo spray ai pennelli, maledetto! Ahahaha
tantissimi mostri raga e tantissimi bravi guaglioni! Voi sapete chi siete.
Hai dei progetti futuri? Pensi ad un’evoluzione del tuo stile? Eventualmente in quale direzione?
Ecco, a proposito… sto pensando seriamente di cominciare a utilizzare anche pennelli e rulli assieme allo spray per quanto riguarda il lavoro in strada. Per quanto riguarda i concetti vorrei utilizzare sempre più spesso e con coscienza e conoscenza simboli e icone e riferimenti mitologici da rimescolare alle mie fantasie. Inoltre la missione per il futuro è sopravvivere al mondo odierno!
Che consigli daresti ai ragazzi che si approcciano al mondo del writing?
Studiare! Oggi è più facile reperire informazioni rispetto a quando ho cominciato io. Questo non significa non approfondire ed essere superficiali rispetto ad una corrente artistica che è prima di tutto comunque vincolata a una cultura importante come quella dell’ Hip Hop, e non sentitevi arrivati dopo due pezzi e non venitemi a coprire i pezzi dopo una settimana con quelle scrittine del cazzo trash!
Show your Skillz!!
Peace, Love and Consciousness!