Attitudine e mentalità, in una parola Coze
Da oltre vent’anni il Coze esercita con amore e dedizione la nobile disciplina del writing spingendo con stile e costanza il proprio nome oltre i confini nazionali. Lo abbiamo intervistato in esclusiva su ThrowUp
Ciao Coze, iniziamo con le domande di rito…come hai iniziato? Quali sono state le tue prime esperienze con gli spray?
Il “Coze” nasce verso la fine del 1995 ispirato prima da uno speciale sui Graffiti uscito sul fumetto Topolino, che leggevo ancora settimanalmente; dal quale provai a copiare un pezzo “Psycho” di Seen sul muro di una pista di motocross di Catanzaro Lido. Era pieno giorno quando rubammo un paio di spray, uno blu e uno nero, dal ferramenta. Dopo questo rozzo approccio, conobbi l’unico ragazzo del paesino che iniziava giusto in quel periodo a dipingere sui muri con gli spray. Da lì la prima tag “2A”.
Qual’è la storia dietro il tuo nome d’arte? Hai un ricordo particolare legato al nome Coze? Parlacene.
Solo dopo qualche mese fui in grado di aver tra le mani un Tribe Magazine e un Aelle, o quello che ne rimaneva, ma abbastanza da aiutarmi a costruire la mia tag COZE; scelta per lo più per la combinazione delle lettere. Adesso ho quasi 40 anni, una famiglia e non vivo in Italia, dipingo sempre ma di meno ma ho aperto uno studio di Tattoo quindi disegno sempre: Mi sento molto fortunato.
Hai iniziato a dipingere da solo o eri legato ad uno o più collettivi? Quali sono state le tue fonti di ispirazione e com’è nata la tua fame di sapere?
Ho iniziato da solo come detto prima, ma si è creato un piccolo gruppetto/crew molto velocemente che si rifaceva ad una vecchia crew di Catanzaro degli anni 80: i Graffi Di Luna. Principalmente ero ispirato dalle poche riviste che riuscivamo a reperire e dai pezzi che arrivavano sui vagoni dei treni provenienti dal nord; ma soprattutto da quella magia che avvolgeva questa forma di espressione: un misto tra arte/vandalismo/adrenalina che uniti tra loro mi hanno tenuto lontano da altri interessi “non proprio belli”.
Quali sono i passaggi importanti del writing, regole, comportamenti ed evoluzioni dello stile che dovrebbero essere tramandati?
Sarebbe bello tramandare tutto quello che si è vissuto in passato, e cioè quelle esperienze determinate dalla mancanza di internet e di quel “dover essere” di oggi. Penso che l’unico valore chiave da tramandare sia il rispetto verso chi ha fatto più e prima di te.
Che evoluzione hai potuto notare nel Writing durante questi anni? Hai notato un cambiamento? Invece, il tuo stile com’ è evoluto nel tempo?
Penso che più che un’evoluzione ci sia stata un’involuzione dovuta alla globalizzazione. Anche io sono stato influenzato ma non drasticamente in quanto il mio stile si è sempre evoluto parallelamente alle mie conoscenze, esperienze personali e alle mie possibilità economiche pur mantenendo di base la dinamicità che un semplice stampatello può dare senza stressarlo troppo.
In quale momento hai preso consapevolezza di avere un ruolo concreto e di aver raggiunto una certa fama come writer?
Sono consapevole di aver dato un contributo alla scena portando qualcosa di diverso sul tavolo da gioco quando ho iniziato a viaggiare molto. Ma non mi sarei mai aspettato di arrivare ad essere conosciuto ed apprezzato, che fa sempre molto piacere. Mi sono sentito molto coinvolto nella scena europea dopo esser stato invitato nel 2013 circa ad essere parte della N1 crew: la condivisione di tante belle azioni ed esperienze ci ha aiutato a crescere molto anche come persone.
Qual è il filo conduttore che accomuna le tue opere e la tua peculiarità più importante? Raccontaci del passaggio dalla bomboletta spray alla macchinetta per tatuare.
Sono sempre stato attirato dalla consistenza e dalla coerenza delle lettere, e di quello che possono rappresentare, facendo capolino ad artisti come DARE, CANTWO, ZEBSTER, DAIM, DELTA, ROBIN, SWET, CASE2 e altri kings. Ma ho sempre cercato di trasmettere qualche emozione mantenendo un equilibrio tra forme e colori con qualche interpretazione personale. I tatuaggi mi son sempre piaciuti anche se ho iniziato a tatuarmi molto tardi. Ho provato ad iniziare nel 2003 ma ho preferito continuare con i graffiti per poi riprendere il discorso nel 2012 circa. Penso che sia stato comunque un passaggio abbastanza naturale.
Parlaci della differenza tra Bombers e Writers e il loro diverso approccio.
Io penso che il Bomber è un Writer con una diversa attitudine e che comunque sia una fase/attività fondamentale per i Graffiti.
Cosa ci puoi dire delle sensazioni che raggiungi e dell’adrenalina di quando entri in una yard per disegnare un treno?
Entrare in yard è bello, è sempre come la prima volta. Dopo un tot di tempo si crea questo loop di emozioni anche se il posto o la compagnia è diversa. Ti fa sentire vivo… specialmente se fughi… La yard è come na bella figa: se la tratti bene godrete entrambi…
Cosa pensi che un artista emergente debba fare per essere ricordato nel tempo e che consigli daresti ad un ragazzo che si approccia al mondo del writing?
Oggi tutto si basa sui social e come i social ti battezzano: grande cazzata! Magari sarò scontato dicendo che la bravura non si basa sul numero di followers o like, quindi posso consigliare di affrontare il tutto con più umiltà e rispetto. Avrete così risultati più sinceri e un network di amici e conoscenti reali che ti apprezza per quello che sei veramente.