Intervista a Ceser: «Il writing è una cultura inarrestabile»
Ceser87, originario di Gran Canaria, è indubbiamente uno degli artisti di spicco e uno dei writer più versatili sul panorama internazionale. Andiamo a conoscerlo in quest’intervista esclusiva!
Parlaci delle tue origini e di come e quando è nata la tua vocazione per il mondo dei graffiti…
La prima volta che i graffiti attirarono la mia attenzione fu verso il Natale del 2004/2005. Già da piccolo amavo disegnare, ma non avevo mai osato dipingere un muro perché non mi sentivo pronto. Un giorno, a casa di un mio amico, trovai delle bombolette spray e fu allora che le provai la prima volta.
Come definiresti il tuo stile e come si è evoluto negli anni. Hai iniziato da subito a combinare lettere e puppet ?
Mi piace sperimentare un po’ di tutto. I puppet mi hanno sempre attirato, ma ciò che amo di più sono le lettere. Cerco sempre di mettere il mio nome sulle murate o nei bombing che faccio, se poi possono essere “decorate” con qualche puppet o personaggio, ancora meglio!
Tutti i tuoi pezzi sono molto creativi e complessi da realizzare. Come avviene il processo creativo? Di solito vai in freestyle o c’è una preparazione e uno studio dietro?
Mi piace arrivare preparato. A volte ho dovuto improvvisare, ma se mi preparo prima un bozzetto, poi disegno meglio. Il freestyle di solito capita quando mi dimentico a casa lo sketch!
Pensi che la nobile arte del writing abbia influito in qualche modo sulla tua personalità e sul carattere?
Senza dubbio, i graffiti mi hanno influenzato.
Oltre al writer e artista di spicco nel panorama internazionale vuoi raccontarci chi è Ceser nella vita di tutti i giorni…
Sono una persona come tante che si circonda di gente come tanti, una persona che dipinge per la propria soddisfazione e che attraverso i graffiti si disconnette da tutto
Qual è il pezzo che hai disegnato di cui sei maggiormente fiero? Ti andrebbe di spiegarci com’è stato creato, da dove è nata l’ispirazione e perchè.
Beh, anche se sembra strano, di solito non sono soddisfatto di molti dei miei pezzi, ad eccezione di uno realizzato nell’area 503 a San Salvador che è stato creato con un pacchetto di penne e un accendino! Ciò che all’inizio sembrava una una pazzia si è rivelato essere un’opera molto curiosa, questa è la verità!
Quali sono gli artisti con cui sei entrato in contatto negli anni a cui ti senti maggiormente legato (a livello personale, stilistico …) e perchè.
In ogni paese conosco molte persone ma a Barcellona e a Milano ho dei veri amici che sono sempre disponibili per una nuova avventura e una bella risata!
Che emozioni provi quando sei davanti ad un treno con i colori in mano pronto per disegnare? Ti va di raccontarci un aneddoto che ti ha particolarmente segnato per vari motivi.
Ho dipinto treni a stento! Vengo da un’isola dove non esistono ferrovie e ogni volta che viaggio cerco di dipingerne il più possibile. Ricordo una volta a Milano, mi capitò di dipingere con una luce intermittente: sembrava di stare in discoteca, ahahah!
Il writing non sempre viene apprezzato dal pubblico in quanto viene associato molte volte ad una forma di vandalismo. Cosa pensi al riguardo? Che messaggio lanceresti a queste persone?
Questa cultura è inarrestabile, i writer spuntano come funghi! Chiunque critica questa cultura è una persona che la vede al di fuori di questo mondo. Queste persone non dovrebbero criticare ciò che non conoscono, dal momento che noi non critichiamo ciò che non conosciamo.
Hai dei progetti futuri?
Il mio progetto è continuare a dipingere fino a quando non mi cadranno le mani, oltre a riuscire ad incontrare gli artisti che mi hanno ispirato a dipingere fin da quando ero un bambino libero e felice: questo è il mio obiettivo.