Dinamicità e pulizia del tratto: i requisiti fondamentali di Skase
Skase, writer da più di 20 anni, ci racconta dei suoi esordi, della sua attenzione ai dettagli nella realizzazione dei suoi pezzi sui muri e delle sue particolari miniature/diorami.
Ciao Skase. Perché hai scelto questo nome d’arte? Come e quando ti sei avvicinato alla disciplina del writing e quali sono i tuoi primi ricordi?
Il mio nome nasce per caso nel ’98 ascoltando un rapper della scena romana che si chiamava Giga SCSI. Una mattina a lezione un mio amico mi disse: Perché non provi a scrivere Giga Skase? Mi piaceva ma era troppo simile, così il giorno dopo tolsi il Giga e rimase solo Skase.
Inizialmente andavo in giro per la città a fare tag con un mio compagno di scuola ma senza saper bene cosa stavamo facendo, tempo pochi mesi e quel mio amico smise. Piano piano iniziai a frequentare i TH e i Tiker che mi insegnarono tutto quello che dovevo sapere riguardo i graffiti e la cultura hip hop in generale.
Ricordo bene il mio primo pezzo in strada, arrivai al muro gasatissimo con i colori che avevo scelto con cura facendo più di 20 km in motorino per andare all’unico rivenditore di spray della zona, terminai il pezzo demoralizzatissimo, non era come l’avevo focalizzato nella mia mente. I colori erano accostati malissimo e le lettere non erano lettere! Questo mi diede l’input per farne subito un altro.
Qual è la tua fonte d’ispirazione quando dipingi e che emozioni provi?
Dipende dal mio stato d’animo e dalla musica che ascolto, mi piace prendere ispirazione dai fumetti, soprattutto per quanto riguarda gli sfondi. Quando dipingo penso solo a quello che sto facendo in quel momento e a divertirmi con le persone che ho accanto.
Parlaci di come si è evoluto il tuo stile negli anni e dei supporti su cui preferisci disegnare. Hai una crew di appartenenza?
Quando ho iniziato mi ispiravo a quello che facevano i ragazzi della mia città, anche perché internet non era così diffuso in quegli anni e si faceva fatica a recuperare le fanzine, Col tempo iniziai a prendere spunto dalle lettere e dagli sfondi dalla scuola nord europea, i vari Cantwo, Dare, Swet, Bates, ecc. Credo che ancora oggi mi porto dentro questa cosa del graffito “pulito”. I muri sono la superficie che più utilizzo ma in generale mi piacciono tutte le superfici, mi basta disegnare. Faccio parte di quattro crew: Rc’S, TIKER, TH-CLAN e C.YOU
Raccontaci di come realizzi i tuoi “throwup” e delle combinazioni di colori che utilizzi…
Faccio dei throwup abbastanza basic solitamente tirati con lo skinny banana anche se preferisco l’impatto di quelli un po’ più grezzi fatti con l’original e utilizzo colori a caso, quelli che ho a disposizione in quel momento, l’importante è che ci sia un bello stacco tra il colore del riempimento e quello dell’outline.
Qual è il filo conduttore che accomuna i tuoi lavori e la tua più grande peculiarità?
Mi piace che i miei lavori risultino gommosi, dinamici e puliti.
Una tua caratteristica distintiva è la realizzazione di miniature, parlaci di come è nata quest’idea…
Ultimamente mi sto dedicando alla realizzazione di miniature o diorami, che dir si voglia, è una cosa che facevo già anni fa, anche se con un altro fine visto che ho studiato architettura e scenografia. Ho ripreso semplicemente perché mi sono un po’ stufato di dipingere su tela e volevo provare a fare qualcosa di diverso da quello che facci di solito.
Quando hai iniziato com’era la scena del writing e in che modo secondo te è cambiata negli anni?
Non penso che la scena sia cambiata molto rispetto a quando ho iniziato io, si è solo molti di più, ci sono gli scazzi e le grandi amicizie come prima. Una volta forse c’era più rispetto per chi aveva più esperienza di te, ora questa cosa (in certi casi) purtroppo viene a mancare.
Che insegnamenti di vita hai tratto da questa nobile arte? Trovi che abbia influenzato il tuo carattere?
Il continuo rapportarmi con persone che hanno la mia stessa passione mi ha reso sicuramente più socievole, prima decisamente più introverso.
Hai progetti futuri? Oltre al writing ti dedichi ad altre passioni?
Non mi piace pensare troppo al futuro, voglio continuare a fare graffiti e dedicarmi all’arte a 360 gradi, per quel che posso. In generale vorrei fare tutto quello che mi verrà in mente step by step.
Che consigli daresti ai ragazzi che si approcciano al mondo del writing oggi?
Credo di essere una delle ultime persone che può dare consigli agli altri, l’unica cosa scontata che posso dire è di cercare di essere se stessi sia nel rapportarsi con gli altri sia nella ricerca e nello studio delle lettere