Ja’King The Divine: «Hip-Hop significa ribellione, codici, fame e passione».
Abbiamo intervistato Ja’King The Divine, rapper cresciuto tra Brooklyn e Long Island (NYC) e che negli ultimi anni si sta affermando nella scena underground americana. Schemi di rime intelligenti e testi conscious, con riferimenti alla Conoscenza e alla Cultura, sono sicuramente il suo marchio di fabbrica. Abbiamo parlato di questo, del suo background, delle sue ispirazioni, influenze, del suo ultimo LP “Children Of The Scorned” e molto altro ancora.
Pace Ja’King, puoi raccontarci dove vivi e dove sei cresciuto? Quanti anni hai e cosa racconteresti del tuo background culturale?
Sono cresciuto a Brooklyn passando per Long Island, New York. Gran parte della mia infanzia l’ho trascorsa in città. Sono stato un atleta da ragazzo, ma ho sempre avuto un amore per le arti in ogni loro spettro. La mia famiglia mi ha fatto conoscere l’hip hop molto presto.
Come sta cambiando BK negli ultimi anni secondo te? Quali sono gli aspetti che ti legano di più al tuo quartiere e c’è qualcosa che miglioreresti?
Senza dubbio i prezzi per vivere sono andati fuori controllo a causa dell’inflazione e della gentrificazione dei vecchi quartieri, che non contavano nulla finché le persone lottando non hanno reso cool vivere qui, costruendo qualcosa senza avere granchè. Anche i ragazzini sono diversi adesso… il senso di comunità e di appartenenza non è più così diffuso.
Cosa o chi ti ha ispirato a iniziare a rappare e scrivere o registrare seriamente la tua musica?
Crescendo ho tratto ispirazione da molto jazz… Dizzy Gillespie, Herbie Hancock, Pharoah Sanders, Gil Scott-Heron, Sun Ra, Miles D ecc. Poi ho capito come l’hip hop fosse una sorta di sottogenere ribelle del jazz, Anima e Funk. Ragazzi come Rakim, Kool G Rap, Nas, Bootcamp, Black Moon, Poor Righteous Teachers, Smoothe da Hustler, Jay Electronica, Black Thought, Mos Def, Common, MF DOOM, Earl Sweatshirt e Roc Marci solo per citarne alcuni mi ha davvero influenzato.
E come è nato il tuo nome Ja’King The Divine?
Quando era nell’esercito, mio padre era un 5 percenters e mi ha diede quel nome, che oggi è il mio secondo nome, ma che avrebbe dovuto essere il mio nome originale. Mia madre non vedeva come questo mi potesse tornare utile nella vita reale, quindi è stato cambiato, lol
Oggi a Brooklyn, come in tutta New York, le giovani generazioni e le strade guardano ad artisti come Lil T’Jay, Fivio Foreign e tutta la scena drill… Cosa ti ha spinto a fare un Rap più classico, consapevole, ispirato al passato glorioso dell’hip-hop di Brooklyn? In che direzione sta andando la scena rap newyorkese?
Onestamente tutta quella roba è figa per quello che è, ma non ha mai avuto risonanza con me a livello spirituale o guidato da uno scopo. Amo la cultura dell’Hip Hop e quello che pensavo rappresentasse… ribellione, codice, fame, passione, riprendere il tuo potere usando la tua voce e difendere qualcosa di più grande di te. È un senso di orgoglio, appagamento e connessione con la sua essenza quando viene fatto in un certo modo. Inoltre conosco qual’è il mio percorso, suono bene quando faccio la musica che mi interessa e non quella che “funziona” e in tendenza. Per me fare il contrario significherebbe solo cercare attenzione, essere opportunista e mostrare ad alta voce le mie insicurezze.
Potremmo dire che il tuo rap è consapevole, ricco di aspetti culturali, riferimenti alla Knowledge e ispirazioni diverse… Da dove vengono? Quali sono le tue influenze oltre al Rap?
I miei riferimenti provengono dalla vita reale. Quello che ho passato e quello che passano le persone intorno a me. Le rime e i testi più approfonditi provengono dalla roba che leggo e studio. Ho una genuina curiosità di imparare e studiare qualunque cosa mi interessi. Filosofia, storia del mondo, scienza, psicologia, letteratura, cinema, pittura, ecc.
Recentemente hai pubblicato un album intitolato “Children Of The Scorned”. Puoi raccontarci come è nato questo album, il significato del titolo e come si è sviluppato nella sua realizzazione?
Ho iniziato a entrare in una nuova fase del mio sviluppo personale e della mia comprensione interiore. Quindi con ciò la mia attenzione a livello creativo ha iniziato a cambiare. Mi è piaciuto essere conosciuto per il mondo super creativo che si crea nei miei album, flow e riferimenti unici, frasi insolite per tenere gli ascoltatori sulle spine, ma sentivo che il messaggio che stavo cercando di trasmettere con la mia musica si perdeva nella traduzione perché volevo inserire troppi concetti in ciò che veniva detto. Ho imparato che a volte dire “meno è meglio” e ho adottato un approccio diverso alla scrittura a partire dalle sessioni di scrittura dell’album in collaborazione Fear & Loathing in Long Island con Javi Darko.
Il titolo Children of the Scorned era un insieme di parole che, secondo me, riassumono la distruzione della cultura e della mentalità dei giovani attraverso anni di indottrinamento e istituzionalizzazione sistematica risalenti fino alla colonizzazione coloniale all’inizio dell’America. La mia generazione e quelle prima di me sono il risultato diretto di ciò che accade a un popolo la cui storia e identità sono state alterate, distorte ed estorte dai poteri costituiti.
Se dovessi indicarne solo 3, quali sono per te gli album più significativi che hai pubblicato finora e per quali ragioni?
Delusions of Grandeur/Black Sun Tzu Era sarebbe il primo perché è allora che sento di aver trovato parte del mio suono e d’ identità e la mia penna era nelle sue prime fasi di maturazione. Per non parlare di questo è anche uno dei miei lavori più ricercati da un punto di vista creativo. Questa fase è anche quella che ha iniziato ad aiutarmi a identificare la mia base di fan target.
La seconda fase è venuta con Fear and loathing in Long Island and Childen of the Scorned per diverse ragioni. Sono diventato più esperto come scrittore, ho scoperto che c’è un lato di me che piace davvero alle persone e con cui si collegano ed è quando sono più vulnerabile, ma lo presento a un livello in cui non solo possono capirlo in modo più efficiente ma, anche, in modo che non sia sopraffatto dal modo in cui metto insieme gli aspetti creativi dell’album.
Come è stata la reazione del pubblico underground a questi album e hai ricevuto supporto e complimenti da nomi più grossi?
L’underground mi sta ricevendo bene. Direi che sono considerato uno dei promettenti con un approccio diverso. Le persone sembrano essere davvero incuriosite dal mio mix di sostanza, capacità di rima, flussi, narrazione misteriosa o non ortodossa e dalla mia capacità complessiva di realizzare buoni lavori in grado di competere con alcuni dei migliori del gioco ma con meno risorse. Direi che ho un suono e uno stile che possono potenzialmente entrare in risonanza con un pubblico più ampio, con una prospettiva più ampia e una visione più ampia di cosa significhi essere underground. Penso a gente come Denzel Curry, Mac Miller; Larry June, Freddie Gibbs, Joey Badass, Action Bronson ecc. Ho avuto alcuni nomi più grandi che hanno mostrato amore anche da parte di alcune leggende, ma c’è ancora molto da lavorare.
BK ha un sacco di graffiti sui muri, ad ogni angolo di strada e isolato… hai qualche collegamento con la scena dei graffiti di BK? Chi sono i migliori in circolazione adesso o i nomi che si stanno facendo notare secondo te?
Sono onesto, semplicemente mi piace di più da spettatore. Non direi che sono profondamente coinvolto nella cultura/scena dei graffiti, anche se l’ho amata per tutta la vita. Alcuni ragazzi davvero forti mi seguono, ma nessuno di cui ricordo i nomi al momento. A parte alcuni tag interessanti che fotografo ogni tanto e gli stupendi documentari che guardo di tanto in tanto, non sarebbe proprio compito mio parlarne.