La fame di Max il Nano. L’intervista
Dopo l’uscita del suo ultimo album “Crudo di mare”, il rapper barese Il Nano ci parla della fame di emergere, degli ostacoli che ha incontrato, del suo amore per la musica, per Bari e il suo dialetto.
Ciao Max, iniziamo con l’intervista! Parlaci un po’ di te, chi è Max Il Nano e come e quando nasce la sua passione per la cultura Hip Hop?
La mia passione per l’hip hop nasce quando avevo 12 anni: vedendo i Bomfunk Mcs al Festival Bar, così scoprii la breakdance e iniziai a ballare. Poi qualche anno dopo iniziai a scrivere le rime.
Qualora una persona voglia ascoltare qualche tuo brano per la prima volta, quale pensi sia la traccia che più ti rappresenta e perché?
Penso che il pezzo che più rappresenti me e che consiglierei come prima traccia è “NOI”. Forse il mio pezzo più sottovalutato, dove descrivo a pieno il mio essere introspettivo, nonostante sembro uno estroverso all’apparenza.
Molte delle tue tracce sono in dialetto, da dove nasce questa esigenza? Come pensi di riuscire a unire l’esigenza di rappresentare la tua città attraverso il dialetto ed arrivare con il tuo rap a tutta Italia?
Penso che il dialetto faccia parte di me appieno! Così come lo parlo anche nella normalità e, come il dialetto napoletano, è diventato nazionale. Voglio farlo lo stesso, nonostante sia più difficile perché sono l’unico ad insistere.
Ovviamente mi sto dedicando anche a pezzi in italiano .
Collegandoci alla domanda precedente… a differenza di molti altri artisti, hai deciso di mantenere le tue radici, di rimanere a Bari, spiega ai nostri lettori il perché di questa scelta e secondo te perchè nonostante il tuo grande talento, non hai avuto la stessa esposizione a livello di “mainstream” di altri tuoi colleghi del resto della penisola? In qualche modo è stata anche una tua scelta?
Non me ne sono mai andato da Bari perché non avevo agganci a Milano e andarci per lavorare normalmente, togliendo tempo alla musica non sarebbe servito a nulla! Credo che tutti i miei colleghi se non avessero avuto la spinta di gente grossa ora non sarebbero dove sono. Penso che se fossero stati di Bari avrebbero smesso già da tempo al mio contrario che nonostante mi sia visto superare da chiunque in Italia continuo a farlo credendoci e a fare numeri grossi naturali senza major senza comprare niente !
“Crudo di mare”, è il tuo nuovo progetto! Da dove nasce l’idea e com’è nato questo disco? Parlaci delle tracce dell’album che pensi siano più significative o alle quali ti senti particolarmente legato? Hai qualche aneddoto che ci vuoi raccontare?
“Crudo di mare” nasce dopo aver quasi smesso di fare la mia musica per 4 anni, dedicandomi solo al mio gruppo Bari Jungle e quindi non ero più stimolato. Poi un giorno mi sono svegliato ed ho tirato fuori sto disco che ad oggi in 5 mesi ha quasi 1 milione e mezzo di streaming su Spotify! Ci sono pezzi tipo “Karma” o “MLVT” o anche “Wagnedda me” a cui sono molto legato più di altri!
In passato hai già collaborato con rapper famosi come Marracash (in Roccia Music 2) e Clementino (con i Bari Jungle Brothers)…Con chi ti piacerebbe collaborare in futuro o c’è qualche artista in particolare con cui ti sarebbe piaciuto collaborare..un tuo “sogno nel cassetto”?
Lo sanno tutti che il rapper italiano a cui voglio arrivare è solo uno: SALMO lo stimo troppo!
Più volte ti abbiamo sentito affermare che la musica salva i ragazzi dalla strada, una sorta di via d’uscita per non finire in mano alla malavita, mentre alcuni tuoi “colleghi” tendono a dare purtroppo un messaggio contrario… Puoi spiegare meglio ai nostri lettori in che modo grazie alla musica e alla cultura Hip-Hop questi giovani vengono “strappati” alla strada?
Chi parla di strada e di malavita e fa il gangster sui video è solo gente che non conosce affatto quella vita! Se la conoscessero, si cacherebbero sotto solo a pronunciare quella parola. Infatti, se facessero i rapper mafiosi a Bari gli strapperebbero quelle piccole palline che hanno, dopo mezz’ora! Fidatevi! Le strade nostre sono toste!
Ormai, rispetto a quando hai iniziato tu l’Hip-Hop è diventato un linguaggio universale anche nelle nostre città…Dal tuo punto di vista, com’è oggi la scena Hip-Hop di Bari e com’è recepita questa cultura dai più giovani? Vedi crescere nuovi talenti nella tua città? Chi? E Qual è o qual’è stato il tuo rapporto con la scena del writing? Parlacene…
La mentalità del rapper barese non è cambiata rispetto a tanti anni fa, anzi è peggiorata!
Non c’è unione e le nuove leve si odiano più di quanto si odiassero i veterani all’epoca! Peccato perché è piena di talenti, ma non so quanto potranno sviluppare questa loro attitudine!Però ci sono elementi tipo la South Squad, giovanissimi che spaccano e hanno un sound molto americano!
Cosa ci puoi dire del progetto dei Bari Jungle Brothers con il Reverendo, Walino, Ufo, Miss Fritty e tutti gli altri ragazzi del collettivo? Avete qualcosa in programma per il futuro? Puoi raccontarci com’è nata la vostra collaborazione?
Con i Bari Jungle siamo una famiglia, siamo fratelli! Il progetto nacque per dare un contributo alla città, ora ognuno ha preso strade diverse, musicalmente parlando, però ci frequentiamo comunque e abbiamo uno studio di registrazione assieme!
Hai qualche consiglio da dare a qualche ragazzino, soprattutto della tua città,che sogna di fare il rapper e di seguire le tue orme?
Di pensare alla musica non ai soldi, perché se pensi solo ai soldi non li farai mai! La musica è arte e ti darà da mangiare solo se avrai sempre fame!