Selezione Hip Hop di Febbraio
Abbiamo preparato alcune brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlists di Spotify e… Buon ascolto!
Quando il tuo prodotto ha il marchio del produttore californiano, The Alchemist, impresso sopra, vuol dire che la qualità non può che essere di livello sopraffino. Infatti, il geniale produttore fornisce un tappeto musicale perfetto, a questo giro, per le storie di strada dipinte dalla voce profonda del rapper di Detroit, Boldy James. La sintonia tra le strumentali e il flow di Boldy James in “The Price of Tea In China” ( e dei featuring d’eccezione di Benny The Butcher, Vince Staples, Freddie Gibbs e Evidence) è talmente riuscita, che sembra di guardare un film in formato audio.
La scena Hip Hop di Richmond, Virginia, ha nel collettivo di casa, la Mutant Academy , un piccolo gioiello nascosto. Dopo l’ottimo disco di Big Kahuna Og uscito il mese scorso, la M.A. pubblica “At The End Of The Day” di Fly Anakin, supportato dalle produzioni incredibili dei beatmaker del team, tra cui Graymatter e Ohbliv. Fly Anakin & Co., infatti, dimostrano, ancora una volta, come musica e arte di strada, nell’Hip-Hop, siano in perfetta simbiosi, ispirandosi a vicenda. D’altronde, come si può evincere dagli skit dell’album (e dalla foto qui in basso), Fly Anakin e Ohbliv sono stati omaggiati da una murata nella loro città dello street artist Westergard.
L’ultima fatica del veterano di Detroit, Royce Da 5’9’’, intitolata “The Allegory” non è un disco semplice e ha bisogno di più ascolti (e del supporto dei testi) per poterlo digerire. D’altra parte, come il titolo suggerisce, niente è come appare e per arrivare a comprendere la realtà dei fatti, bisogna liberarsi dalle “catene” di ciò che ci viene mostrato e che accettiamo come vero ad una prima impressione. Attraverso il “Mito della caverna” di Platone, infatti, il liricista di Detroit, ci introduce al suo disco (totalmente autoprodotto): una riflessione sulla società occidentale di oggi, il mondo dei social e l’industria musicale, dove niente è realmente ciò che sembra.
V-Don è, sicuramente, uno dei più sottovalutati beatmaker di New York degli ultimi anni. Direttamente da Harlem, V-Don ha prodotto numerosi brani per Dave East, Vado, Smoke Dza, oltre alle assidue collaborazioni con Willie Tha Kid, Dark Lo ed Eto, tra gli altri. Questo suo ultimo progetto, Black Mass, che vede i featuring di tutti i succitati MCs (ad esclusione di Vado) ed altri rappers della scena underground, è un viaggio a tinte oscure e sinistre nelle strade d’America.
Memphis (Tennessee) ha avuto, e ha tuttora, un’influenza sulla scena Hip-Hop del Sud degli Stati Uniti incredibile: Tr-808 e il, cosiddetto, “triplet-flow”, oggi, comunemente associati al suono di Atlanta, erano stati resi popolari nella capitale del Tennessee dai Three-Six Mafia e 8Ball&MJG, già a fine anni 90. Duke Deuce (figlio del rapper locale Duke Nitty), col secondo capitolo del mixtape Memphis Massacre, ci fa rivivere le vibrazioni del periodo d’oro dei Triple 6, con una prospettiva attuale.
Probabilmente, chi ci segue non si sarebbe aspettato di trovare l’ultimo Ep di Shiva, “Routine”, nella nostra rubrica, ma il giovane rapper di Milano Ovest, questa volta, ha sorpreso anche noi. Anche se le sonorità riprendono il filone trap più in voga in U.S.A dei giovani “fenomeni” come Young NBA o Polo G, le produzioni sono, però, ben curate, senza mai scadere in “parruccate” commerciali da radio italiana. Shiva dimostra di non aver bisogno di scimmiottare i coetanei dei ghetti di Chicago o Baltimora, parlando di fantomatici “ferri” e chili di droga (come va di moda tra gli pseudo-trapper italiani), ma di avere qualcosa da raccontare e di sapere rappresentare al meglio i ventenni di periferia di oggi, senza risultare ridicolo.