Click-Head: «Per me l’illegale e lo stile sono il vero elemento di questa cultura»

Abbiamo intervistato Click-Head, rapper e writer, dopo l’uscita del suo nuovo EP Truth Hurts/Click Kills, prodotto da Lunar. Conosciuto per il suo stile crudo e underground, Click-Head ci parla di come le sue radici nel mondo dei graffiti influenzino la sua musica e viceversa. Dai suoi primi giorni a scrivere sui muri alla creazione di strofe potenti e grezze come i suoi throw-up.Truth Hurts/Click Kills cattura lo spirito intrinsecamente underground che definisce il suo percorso.

Bella Click. È appena uscito il tuo Ep “Truth Hurts/ Click Kills” prodotto da Lvnar. Puoi raccontarci come e quando è nata l’idea di questo Ep e il significato dietro il titolo?

Ciao Ragazzi. Innanzi tutto grazie per lo spazio se non mi avesse intervistato nemmeno un magazine che si chiama Throw-Up ci sarebbe stato da preoccuparsi. Negli ultimi 4 anni, forse anche di più, mi sono dedicato molto al rap, ho reccato parecchi featuring e droppato qualche singolo qua e là, nel tempo ho scritto un bel po di pezzi e strofe che non riuscivo a mettere insieme in un progetto coeso perché c’era sempre qualcosa che non mi convinceva e non mi sentivo pronto ad uscire nonostante avessi scritto su beats incredibili e registrato una valanga di provini, fino a quando LUNAR, mio amico da parecchi anni mi ha fatto sentire delle basi e mi ha dato l’opportunità di registrare da lui e con lui.  Per qualche strano motivo sui suoi beats tutte le mie incertezze e perplessità sulle mie strofe sparivano e dopo le prime 2 session da lui ho avuto chiaro su che tipo di Beats volessi rappare, ho scritto strofe nuove, in un tempo per me record e il risultato è questo EP. Continuerò a lavorare con Lunar mi sembra che ci sia l’alchimia che c’è tra RZA e il WU, tra Muggs i Cypress, tra Sine e Noyz, tra Don Joe e i Dogo

Il titolo nasce perché continuavo a fare Tags click kills , le due parole si incrociano perfettamente ( esce il crocifisso come Narcos Rap per intenderci). In un pezzo (Vincent Gigante) mi è uscito il claim, che poi non è altro che un modo di dire, TRUTH HURTS. Anche truth hurts si incrocia, ho fatto una murata con i due crocifissi, mi sembrava tutto troppo stiloso e sensato, soprattutto pensando a tutte quelle verità della mia vita che fanno male, ma alla fine a tutte le volte che ho reagito e ho i ucciso quei mostri di cui ancora trascino i cadaveri.

Quali sono le influenze musicali e artistiche che più ti hanno influenzato nella realizzazione di questo progetto? E cosa ci puoi raccontare di Lvnar e della direzione sonora che avete voluto dare a questo progetto?

Ok, vediamo se riesco a spiegarmi. Ovviamente ho 41 anni quindi mi ascolto la roba con cui sono cresciuto, quella di chi aveva vent’anni nei primi 2000 e si è innamorato a posteriori del rap 90’s. Volevo che la roba suonasse true rispetto alle mie origini, ma più fresca possibile, non volevo essere una copia di Griselda e nemmeno mi sentivo credibile a fare la Drill. Mi piace il sound 2000’s la roba Ruff Ryders, the Lox, i progetti solisti degli artisti del Wu, i dischi di Alchemist, la roba G-unit, il suono del Dirty South, i Dipset, Noyz Gast Mystic, Chicoria, i Club Dogo.

Labyrinth e Vincent Gigante le ho scritte su dei type beats di Master P, crooks and castle l’ho scritta su un beat degli Hot Boys, insomma le porcate che piacciono a me e a Lunar. Ogni volta che sentiamo un beat che ci gasa ce lo salviamo e ce lo inviamo, abbiamo una chat piena di Link esaltanti, il risultato che quando sono carico mi metto e chiudo strofe su cui mi scervello, ma quando sono gasato in mezz’ora le chiudo, ci vuole un po’ ad arrivare al punto di avere una 16 tutta figa,  o 2 sedici, ma se Marco mi lancia la base giusta, scasso casa e chiudo i pezzi.

Come nasce il feat con il Gast? E cosa ci puoi dire della tua fratellanza con Doye?

Gast e Doye sono i 2 rappers che volevo nel disco. Doye è di Saronno ha 20 anni meno di me ma per qualche motivo è cresciuto ascoltando la stessa roba che ho ascoltato io, si veste come me , ci piacciono le stesse cose siamo dello stesso posto, è com avere un gemello più giovane che si è saltato la parte graffiti e al microfono è disastrosamente forte. È perfetto. Da lì a Problemi & Polo è n’attimo.

Gast era un sogno, abbiamo amici in comune, ho scritto BUM LIFE: si parla di vivere in strada, ed essere comunque Fly a modo nostro senza essere pieni di soldi, ma pieni di risorse. Poteva dirmi di no, mi ha detto di si, gli è piaciuto il mood e l’atmosfera del pezzo, tra l’altro la strofa me l’ha inviata in un’ora  il giorno che suonava Muggs al Biko. AMO QUEL PEZZO.

Basta Una Mazza.
Blow Ur Money. Be Ur Master. B.u.m Life

Cosa ci puoi dire dell’artwork della copertina dell’album? Alcuni elementi ci ricordano le copertine di Ice T e dei dei primi gruppi gangsta rap primi ‘90 o South primi duemila , forse con qualche influenza metal…anche qui a cosa ti sei ispirato?

Allora, appunto il titolo è creato da due claim, concatenati uno all’altro. L’idea iniziale era quella delle croci, ma la stanno usando tutti. Dietro a questo culto c’è Pietro Mazza, penso sia il grafico più tosto che c’è a Milano e ha deciso di blessarmi con il suo aiuto. Abbiamo sfogliato libri di copertine di Tapes chopped ‘n screwed, avevo un sacco di roba salvata in una cartella, tante reference anche legate al mondo del NYHC che sono molto legate ai graffiti.

Abbiamo usato un truth hurts digitalizzato da una bozza di una murata che volevo fare in quei giorni e giocato con tutta la ricerca sulle corone di fiori e croci dei fiori ai funerali. Pietro ha fatto la magia unendo la scritta “truth hurts” a un “click kills” fatto da lui, molto classico, ha unito tutto e il flavour che ne è uscito è devastante.

A breve il merch e le copie fisiche del Cd. Sotto Natale una sorpresa.Comunque si il mood della cover è primo 2000 e ricorda la roba più Gangsta e bastarda di quegli anni. Ha spaccato tutto Pietro Kills.

Chi non ti conosce, forse non sa che oltre a Mc sei anche un writer…e non di “primo pelo”…Puoi raccontarci più in dettaglio di come e quando è nata la tua passione per i graffiti e sta cultura? Fai parte di qualche crew?

Mi fa paura la parola MC, non mi sento all’altezza, io sono un graffittaro che fa il rap. (Cit.) Ho iniziato prima a rappare che a fare i graffiti, ma vent’anni fa era davvero proibitivo, poi io faccio fatica ad essere così organizzato e paziente per fare un disco. Con i graffiti ho potuto scrivere ovunque, la graff life mi ha regalato esperienze che poi ho potuto usare per le barre, per me il rap e i graffiti sono la stessa cosa mi danno la stessa emozione. Mi sono appassionato a entrambi che avevo 13 anni, coi graffiti bastava recuperare gli spray e scrivere, ho sempre disegnato tutto il giorno ascoltando il rap. chi cazzo aveva gli amici con lo studio e le basi per rappare? Mi sono sfondato di rap, ho sempre Fatto freestyle e scritto barre qua e là , ho lasciato gli amici forti a rappare,  rappare sul serio. Io ho fatto il mio finché non mi sono sentito che la roba poteva spaccare. Ringrazio Shin e Lunar, Rage, Plato, Doye , Pessimo , Santo, Skinny, Noyz e tutti quelli che mi hanno detto “ sta roba spacca: devi farlo, coglione!”

Le mie crew sono TBS, solo ragazzi di Saronno della mia età, vecchi derelitti arrabbiati , B&h che ora ha un altro nome, con elementi in più o in meno, dovuto a percorsi e scelte personali e situazioni complicate, Ay crew con gente di tutta Italia. Un saluto a tutti quelli con cui ho dipinto e  creato legami, che anche se non hanno il nome di una crew sono legami che porto avanti in alcuni casi anche da 20 anni.

Sia nella tua musica che nei graffiti traspare la tua mentalità underground hardcore, cruda e “illegal”. Cos’è che ti spinge a rappresentare e portare nella tua arte questa filosofia di vita? L’illegale è la vera essenza di questa cultura secondo te?

Allora ragazzi, la cosa è questa: fino a quando sono riuscito a campare facendo dei vestiti che sono un’altra mia enorme passione, ho sempre dipinto, fatto grafiche, fatto rap se vogliamo, come tutti senza farci una lira e facendo l’operaio o lavorando nei supermercati. Era un’esigenza non un lavoro, nemmeno mi interessava troppo arrivare a certi livelli ma dovevo farlo. Nei momenti in cui le cose diventavano un lavoro, come coi vestiti, fuck-appavo nella vita personale, forse non reggo bene la pressione, non lo so, ma non ho mai smesso di scrivere il mio nome o le barre. Ma ho fatto tante scelte sbagliate.

Ora mi trovo che con questa cosa che per me è la più importante nella vita , per starci dentro anche se non faccio un euro e per vivere devo fare l’operaio e sono in struggle col denaro come tutti anche di più perché ora non ho manco un lavoro. Vivo alla giornata purtroppo e nel rap se non dico questa roba, dove la dico in piazza coi cartelli legati alla recinzione del comune di Saronno? Niente questa attitudine purtroppo viene dal mio vissuto, appunto fatto di errori, che ho pagato e che pago, almeno mi sento libero di dire tutto, e il risultato è questo.

Sì raga, l’illegale e lo stile sono il vero elemento di questa cultura se chiedi a me almeno. Più sono stato in basso più mi sono uscite cose che mi hanno dato la forza di sentirmi meglio e un po’ meno stronzo e fallito. Credo che tutto arrivi da qui. Notti in yard e robe pazze raga, pfff boh così tante che ti giuro che non so. Non so ogni volta c’è n’è una.

D’altronde dalle storie che racconti nei tuoi testi e semplicemente dal tuo personaggio si evince un vissuto difficile con anche qualche ombra..vuoi raccontarci qualcosa? Se e in che modo la musica o i graffiti ti hanno aiutato?

Come ho detto sopra. Ho sputtanato tutto quello che ho creato nella vita più volte, sono caduto in basso e ancora faccio i salti mortali per rialzarmi. I graffiti e la musica sono un modo per credere in me, è l’unica cosa che mi riesce bene forse. O comunque l’unica cosa che non mi ha mai abbandonato non mi è mai scesa nemmeno nei momenti peggiori. Non mi so spiegare. La dipendenza fa schifo non aggiungo altro. E i graffiti sono una droga, che invece di togliere mi ha dato. Il rap idem. Spero di non esagerare a parlare di droga. A volte la Linea è sottile, “10 crack heads commandments” per esempio è una critica a tutti quelli che rappano parlando di spacciare crack. Non ci credo, so che non è vero, al limite lo fumate, siete dei falsi, “MA QUALE PYREX DEL CAZZO SIETE IN 6 con mezzo grammo un cucchiaio con l’ammo “ In Labyrinth la sensazione di “non riuscire a uscirne” è spiegata in maniera più chiara.

Struggle is real. Nel resto dei pezzi solo stile e coglioni!

Lunar mi sta riempiendo di beats, sto scrivendo dei feat che usciranno piano piano e lavorando a roba nuova per Natale e soprattutto per l’inizio 2025. Questo ep mi sta dando gran soddisfazioni ma mi sveglio la mattina cercando di orientarmi solo in funzione del prossimo lavoro e utilizzare questa piccola vittoria solo come partenza per la prossima missione.

È come nei graffiti, il mio pezzo migliore è il prossimo, io voglio solo fare meglio di come ho fatto finora, spero di suonare vendere le copie fisiche ed il merch in modo da vivere più decentemente in un futuro più prossimo.

THE TRUTH HURTS
CLICK KILLS

 

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