I consigli del mese – Novembre 2023
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
Se le aspettative del pubblico aumentano, aumenta anche la pressione e non sempre è facile mantenere il proprio standard. Infatti quando uno tra i migliori rapper in circolazione al momento decide di dare seguito, con il quarto capitolo, ad una già fortunata serie, circondandosi tra l’altro di una buona parte dei migliori produttori della scena attuale, le aspettative, infatti, sono alle stelle. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, così Mickey Diamond tira fuori dal cilindro l’ennesima prestazione da fuoriclasse, probabilmente la migliore di quest’anno. Un album entusiasmante dalla prima all’ultima canzone, per qualità delle produzioni e performance del MC. L’asso dell’Umbrella crew, avvalendosi della sola collaborazione del socio Ty Farris, dimostra le consuete qualità che contraddistinguono il rapper di Detroit, come il tono di voce unico, il carisma naturale e una padronanza lirica che sanciscono la sua sempre maggiore grandezza all’interno della scena underground e non solo. Bangkok Dangerous 4 è un diamante grezzo e Mickey Diamond continua a dimostrare che skills e originalità possono ancora portare lontano un artista indipendente.
Il produttore Real Bad Man, ormai celebre tra i cultori dell’underground, scende in campo per la terza volta quest’anno, questa volta con Yungmorpheus e il risultato è ancora una volta perfetto. La produzione è sopraffina, varia e ricercata, strizza l’occhio allo stesso tempo sia al passato che al futuro e come sempre valorizza l’artista di turno. Il bacino di sonorità dalle quali attinge R.B.M. è veramente ampio, dai suoni futuristici a quelli orientali, a sonorità più Funk. Il rapper originario della Florida, si dimostra essere eclettico e offre una prestazione di altissimo livello, con la sua voce unica che si fonde benissimo anche con le basi più smooth. Un album che seduce al primo incontro e ascolto dopo ascolto riesce a farti innamorare.
A nostro modo di vedere tra i nomi piu’ caldi dell’underground newyorkese in questo momento c’è sicuramente da annoverare quello di Mondo Slade. Nativo, in realtà, di Cleveland, Ohio, ha girovagato diverse città tra cui Atlanta, prima di stabilirsi a Brooklyn New York, nelle cui strade si è ambientato molto in fretta, guadagnandosi il rispetto dei suoi pari. Mondo ha, infatti, trovato casa tra cavalieri senza Re né signore, come lui, che scorrazzano liberi nel sottobosco delle strade newyorkesi, rispettando codici non scritti e manifestando la loro filosofia di vita in rima. Long Live The Slade di Mondo Slade suona classicamente grezzo come un throwup in argentato su un muro scrostato in vicolo di Brooklyn…
J Arrr, uno dei migliori liricisti in circolazione nella scena underground americana, ci delizia con il terzo capitolo della serie ispirata alla pallacanestro, Hoop Dreams 3. Il rapper che ha base in North Carolina, ci investe con le sue liriche tecnicamente perfette, la sua voce suadente e non ci molla fino all’ultima traccia. J Arrr tra una metafora cestistica e l’altra ci parla di vita in modo maturo e coinvolgente. Le collaborazioni non sono molte ma di altissimo livello, citiamo tra tutti Ransom e Vega7 The Ronin. La produzione è affidata ad un manipolo di produttori formato da Ayo Shamir,Bernard B.Woodside, Swagger God, Greenery, Clypto e Nytro. L’album suona in maniera classica ed elegante con un ottimo equilibrio tra Boom Bap e Drumless. Un album da ascoltare dall’inizio alla fine, un prodotto di qualità altissima.
Il nativo di Nassau (Bahamas), Obijuan, e il produttore Wino Willy irrompono nella nostra classifica con questo album collaborativo, breve ma incredibilmente solido. Il sound è creato da Wino Willy, originario invece di Philadelphia e cresciuto a New Orleans, combina drums classici con elementi industrial lo-fi, campioni Jazz e influenze caraibiche creando una cornice sonora originale e innovativa, con un’ impronta grimey che trascina gli ascoltatori nelle pieghe oscure e misteriose della santeria caraibica. I brevi interludes rompono completamente gli schemi con sonorità più allegre, in totale contrasto con l’atmosfera dell’album, ma concorrendo all’originalità del prodotto. Obijuan dal canto suo esprime la rudezza della sua voce e delle sue tematiche con un flow unico e liriche contorte e tecnicamente differenti dai molti. Questo album vi farà trattenere il respiro, nonostante la breve durata.
Ultimamente, intrufolarsi nei tunnel dell’underground americano spesso porta a scoperte improvvise e inaspettate, come quella che abbiamo recentemente fatto con questo rapper di Rochester (NY) FlightGawdLuxxi… A parte la città di provenienza (la stessa di incredibili liricisti come Eto o 38 Spesh) non riusciamo a raccontarvi molto di piu’ a proposito di questo rapper, visto la poca disponibilità di notizie in giro, ma ci siamo lasciati affascinare dalla delivery incalzante, dallo stile coinvolgente e dalle storie raccontate sul suo ultimo progetto Kodak Baby: Portra 400. Il tutto accompagnato anche, e soprattutto dalla pregevole scelta e fattura della produzione sonora, principalmente drumless. Ciò ci ha decisamente invogliato a scavare più a fondo e tenere il nostro radar puntato su FlightGawdLuxxi.
Le Bodybag, ovvero le sacche di cadaveri, in questo caso solo riempite fortunatamente solo, metaforicamente, con i corpi di impostori e chiacchieroni, caduti a suon di liriche assassine e beat graffianti creati dalla connessione “criminale”, che parte dagli ingressi pisciati dei palazzoni popolari di Harlem, rappresentate dal rapper Josiah Hotwire, e arriva alle strade di Bristol, nel Regno Unito, grazie alle produzioni di IllInformed e dalle rime di Wish Master. Bodybag Season Lp è un album crudo e senza fronzoli, che arriva dritto al punto come un jab sul naso.
Anche la scena underground spagnola gode di ottima salute e lo dimostra il nuovo progetto firmato dal duo GULLY DUNZ, formato dal rapper madrileno SD Kong e Lev. L’atmosfera elegante creata dalle produzioni drumless di questo disco ci trasporta immediatamente lungo i viali alberati e signorili della capitale spagnola, tra architetture neoclassiche e vecchi palazzi decadenti, mentre le rime sfrontate e ironiche dei due rapper ci fanno venire alla mente il tono sarcastico e ironico, con cui artisti come Dalì e Picasso raccontavano contraddizioni del mondo che li circondava.
In Italia spesso non si dà abbastanza credito e fiducia alle nuove generazioni, a volte il rifiuto dei giovani allo studio e al rispetto del passato crea un cortocircuito generazionale. Una cosa però è sicura: il talento di RollzRois, giovane rapper milanese del collettivo SantaSede, non può che mettere d’accordo tutti. Ispirato senza dubbio al liricismo della scena rilanciata oltreoceano dalla Griselda e della scuola classica milanese, RollzRois incastra barre autoreferenziali con la spavalderia caratteristica della sua giovane età, arricchita da una conoscenza della materia e da uno studio appassionato della cultura Hip-Hop, non comune tra i ragazzi della sua generazione, tanto da contribuire in prima persona, anche, alla straordinaria produzione musicale di questo To Cry In A Rolls Royce, alla cui ha partecipato in larga parte anche Carlo Ragazzo (prendete nota di questo nome!) e per un brano Sine.