I consigli del mese – Settembre 2023
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
Non è detto che l’incontro tra due pesi massimi porti sempre ad un grande match , per questo serve una perfetta chimica tra stili. Per fortuna, possiamo dire che in questo caso i due super rapper dell’Upstate NewYork, 38 Spesh (Trust Gang) & Conway The Machine (Griselda Records & Drumwork), non hanno tradito certamente le aspettative. I due non ci offrono un singolo verso sottotono e allo stesso tempo si amalgamano perfettamente, grazie ai loro flow eccelsi e al loro carisma, sia tra loro che con gli ospiti. I featuring di alto livello contribuiscono ad alzare, infatti, il livello. E se Lloyd Banks, Benny The Butcher e Che Noir mettono in campo versi potentissimi; Emanny, El Camino e Pharoahe Monch (sì proprio lui) uniscono la giusta dose di melodie ai ritornelli. Le produzioni curate dallo stesso Spesh con l’ausilio di Jimmy Dukes rendono l’album vario e omogeneo allo stesso tempo. Veramente difficile trovare un punto debole. Flawless!
Neanche il tempo di poterlo vedere dal vivo in Italia, che ci ritroviamo a recensire il nuovo progetto di uno dei nostri artisti preferiti, il rapper di Brooklyn, NY, membro dell’iconica Griselda Records, Rome Streetz. Noise Kandy 5 è il quinto capitolo di una saga oramai divenuta epica. Rome si circonda di figure importanti, sia per quanto riguarda i featuring, dove si distinguono Joey Badass e Rigz; sia per le produzioni, dove la fa da padrone Wavy Da Ghawd, ma svettano anche i soliti producer nel cerchio Griselda come Conductor Williams e Danny LaFlare oltre a Sovren, Evidence e Saint James tra gli altri. Un album a tratti esaltante, dove neanche un paio di tracce sottotono, riescono ad alterare la percezione di un prodotto di altissima qualità, anche grazie al grande lavoro di mixaggio affidato al super-produttore Futurewave. Rome non ci delude mai!
Nativo dell’Area di Boston, con origini italiane, Michaelangelo (leggi l’intervista qui) conferma di essere uno dei produttori piu’ caldi della scena underground americana, riuscendo a portare i rapper con cui lavora al massimo del loro potenziale. Quando poi incontra un rapper come Shaykh Hanif con un potenziale incredibile, in larga parte rimasto ancora inespresso, e quella motivazione dettata dall’esigenza di dare sfogo e raccontare un background decisamente interessante e particolare. Voilà! Ci troviamo per le mani un potenziale candidato ad album dell’anno! L’alternarsi di beats dall’imprinting boom bap ma allo stesso tempo innovativi, di Michaelangelo, accompagnati dai toni grimey e dalle liriche profonde dal rapper di Boston, Shaykh, diventano un mix perfetto. La ciliegina sulla torta sono le partecipazioni di Crimeapple, Primo Profit e BoriRock che arricchiscono un album già di per sé denso di contenuti e sonorità interessanti. Il risultato rende praticamente impossibile skippare qualsiasi traccia e, molto difficile, fermarsi al primo ascolto. Giù il cappello!
Vega7 The Ronin torna con un nuovo progetto dopo averci incantato con lo stupendo “Sleep is the cousin” con la super produzione di Superior. Il rapper originario del Queens non sembra voler abbassare l’asticella, anzi il suo liricismo, già strabiliante in passato, sembra volere toccare ogni volta vette sempre più alte, come suggerisce il titolo e il tema dell’album. I suoi continui riferimenti di ogni tipo, uniti ad incastri impossibili di parole, lasciano a bocca aperta. Bisogna aggiungere che anche gli ospiti non lesinano qualità, citiamo tra tutti Ty Farris e J. Arrr. La produzione è presa in carico dallo stesso Vega, con la produzione esecutiva di Lord Owen e la post-produzione di Ayo Shamir. L’opera di mixaggio del super-produttore danese Machacha contribuisce alla percezione di un prodotto che ambisce ad una cura maniacale dei dettagli. La produzione, prevalentemente Drumless, forse non raggiunge le vette toccate da Superior nel precedente album, ma con i suoi tratti onirici, quasi magici, ci conduce in un viaggio semplicemente magnifico.
Lo stesso genio delle produzioni The Alchemist una vola disse che lavorare con due artisti diversi presenta qualche difficoltà in più, non che non ci sia già riuscito, ma la svolta di fare un album intero, dopo aver già realizzato un EP con Mike e Wiki, ci aveva sorpreso un po’. Invece il flow pacato e rassicurante di MIKE crea il perfetto bilanciamento con i monologhi accesi di Wiki, rendendo il tutto veramente intrigante. I due è come se volassero sul tappeto volante intessuto dalle sapienti mani del maestro. Alchemist continua a pescare nel solco del proprio bagaglio del cosiddetto stile drumless, accompagnato dal solito diggin’ per trovare samples incredibili, alla ricerca di un’ utopica perfezione sonora.
Chi si aspettava il solito album targato dal veterano produttore di Detroit, sarà rimasto deluso, infatti, in Sardines Apollo Brown cambia gradualmente pelle rispetto gli ultimi progetti e offre al pubblico una produzione dove suoni rinnovati e campioni elaboratissimi la fanno da padrona. I beats di Sardines targati Apollo Brown, sono arricchiti, (come nel precedente episodio collaborativo Anchovies) dal flow dell’MC della Bay Area, Planet Asia, che sembra usare il suo fantastico timbro di voce come strumento musicale in modo da accompagnare, senza sovrastare, le produzioni fornitegli. La penna di Planet, ancora una volta, si dimostra tagliente. Le partecipazioni sono di livello elevatissimo da Marv Won a Sick Jacken, al rapper di Detroit Ty Farris, al fantastico verso di Tri-State sulla magnifica “Wizardry”. Un album che è riuscito a lasciarci a bocca aperta, nonostante fossimo già fan dei due veterani, la cui legacy è sinonimo di continua innovazione e ricerca della perfezione, nonostante il passare degli anni.
Il merito principale che ha garantito il successo europeo al rapper afro-francese con madre italiana, Freeze Corleone, all’anagrafe Issa Lorenzo Diakhaté, è di essersi creato, insieme alla sua crew Ekip 667, un immaginario e un’identità sonora senza eguali nel panorama mondiale del Rap. Il linguaggio estremo,crudo, arrogante e provocatorio di Freeze Corleone, accompagnato comunque da un ottimo bagaglio tecnico, matcha alla perfezione l’estetica sonora che ha saputo ritagliarsi addosso negli anni. Le produzioni di questo attesissimo secondo album ufficiale, ADC, caratterizzate da un suono tetro, post-industriale, che attinge dagli elementi piu’ crudi e minimali delle sonor drill e trap con, anche, elementi “boombap”, frullati in una nuova chiave, creano una calcolata sensazione claustrofobica e paranoica, che si addice all’abbandono e al degrado che regna nelle banlieue francesi. Freez Rael con la sua voce e le rime taglienti sguazza in questo immaginario sonoro, come se fosse il protagonista di una rivisitazione attuale di Arancia Meccanica.
La wave di Rap “neoclassico”, sdoganato e reso popolare nella Mecca del Rap dalla Griselda Records, dove loop sporchi e ossessivi, su bpm sotto i 90, fanno da tappeto alle “barre” di MCs che mettono in mostra le proprie capacità liriche, è diventata uno tsunami di “ritorno”, inarrestabile, che lambisce ogni nazione e continente del Globo. Ne è un’ulteriore prova questo progetto dal titolo inequivocabile, “No Bars Off” dove il rapper Cileno NUC, incontra i beats firmati Rod Roche, contando sull’appoggio di rapper internazionali come lo statunitense di origine Dominicana Estee Nack, lo spagnolo SD KONG (leggi l’intervista qui) o il venezuelano Lil Supa a.k.a Lou Fresco. Questa wave neo-classica è un fenomeno globale che sembra tornata con una nuova verve fresca e inarrestabile.