Selezione Hip Hop di Novembre
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
Quest’anno, a nostro parere, nessuno nel panorama Hip-Hop mondiale meriterebbe un riconoscimento più dell’ iconico e leggendario DJ Muggs. Se non fosse che questi premi e riconoscimenti per mortali, come Grammys e via dicendo, siano, probabilmente, all’ultimo posto delle preoccupazioni dell’oscuro ed enigmatico storico produttore dei Cypress Hill. Infatti, come già abbiamo avuto occasione di raccontarvi nelle nostre pagine, Muggs ha raggiunto uno status tale per cui muove le proprie pedine e preme i tasti delle sue macchine da tutt’altra dimensione. Un mondo di mezzo, con tutt’altri riferimenti rispetto ai canoni della superficie terrestre. Da qui sotto seleziona assassini scelti che possano solcare, insieme a lui, le acque più torbide dei canali sotterranei.
“Winter 2” è l’ennesimo disco del 2021 prodotto dal geniale generale della Soul Assassins Records, che a questo giro, dopo aver già arruolato nell’anno solare Rome Streetz, Crimeapple, Flee Lord, Hologram e Yelawolf per confezionare, ad ognuno di loro, album interi, fa calare il freddo e il gelo su questa stagione chiamando sul nuovo progetto una dozzina di suoi fedelissimi, tra cui Roc Marciano, Ill Bill e Meyhem Lauren. Iconico.
La storia di Ty Farris si potrebbe brevemente raccontare, a chi non la conoscesse, come il cliché del rapper che si è costruito una carriera, venendo dal fondo del fondo solo con le proprie mani ed una lunga gavetta. In una sceneggiatura cinematografica, sarebbe il classico underdog che combatte per arrivare al top, contro ogni pronostico e senza nessun appoggio esterno. Nato e cresciuto in estrema povertà tra le zone più degradate e tristemente famose di Detroit, la 6 mile ( nella città del Michigan i distretti cittadini sono organizzati per miglia), si è fatto le ossa e un nome per anni nelle battaglie di freestyle nei club della città, per poi continuare ad inseguire il suo sogno, barra dopo barra, disco dopo disco, senza major o appoggi esterni, come egli stesso ci ha raccontato nell’intervista che gli abbiamo rivolto ad inizio anno.
A Novembre, Ty Farris è tornato con il 4° capitolo di “No Cosign Just Cocaine”, titolo che esemplifica la sua condizione e la sua mentalità, dimostrando una determinazione granitica nell’ottenere il rispetto che merita. Lungo i 14 brani del disco, prodotti da alcuni dei migliori producer della scena underground della costa orientale degli Stati Uniti, il rapper di Detroit, grazie alle rime vivide e crude, marchio di fabbrica del suo repertorio, ci trasporta nelle vie buie dei ghetti della capitale del Michigan, dove “non ci sono lampioni, si gioca a dadi nei vicoli, guardando i tossici picchiarsi” (cit.). Allo stesso tempo, però, il rapper di Detroit dimostra con il suo esempio e racconta come pur venendo dal niente e crescendo nelle condizioni più difficili, ci si possa costruire una vita decente, tirando fuori il meglio di se’ stesso.
I fan più accaniti del Wu-Tang Clan si ricorderanno sicuramente le compilation Killa Bees: The Swarm (1998) e The Return Of The Swarm (2007), dove diversi affiliati del super gruppo di Staten Island, dai Sunz Of Man ai Killarmy, infuriavano sopra beats dal sapore tipicamente WU. Tra questi c’era anche Remedy, rapper e produttore di origine ebraica, affiliato, da praticamente sempre, del leggendario gruppo e amico di lunga data di alcuni membri di punta del Wu Tang, cresciuti insieme tra le strade dell’isolotto newyorkese. In “Remedy Meets Wu Tang“, come il titolo evoca chiaramente, il rapper e produttore chiama i suoi vecchi amici del Clan ed affiliati vari, con la partecipazione eccezionale come ospite di Conway The Machine, orchestrando un album che rievoca le atmosfere e i suoni che hanno reso immortale il gruppo di Staten Island.
Il Rap brutto, sporco e cattivo come uno spaghetti western di Sergio Leone esiste ancora. Per trovarlo bisogna scavare e scansare la valanga di roba da blockbuster preconfezionata e riempita di soli effetti speciali. È sufficiente riuscire a sintonizzarsi sulle frequenze giuste (come le nostre per esempio – :D) per trovarsi davanti a tutt’altra prospettiva. In questo panorama arido, spoglio e inospitale si muovono sulle produzioni di The Mali Empire, ad esempio, il rapper texano Ca$ablanca, assistito dal compare Nowaah The Flood (leggi l’intervista che gli abbiamo rivolto). In Xtreme Xcellence, le rime crude fluiscono selvaggiamente sopra beat sporchi, ci catapultano in un nuovo-vecchio mondo distante da quello “civile”, in perlinato e plastificato, propinato dai canali mainstream, ai quali molti sono abituati.
Altra scoperta molto interessante, direttamente dai prolifici meandri dell’underground a stelle e strisce, caldamente consigliata questo mese, è “The Void”, l’ultimo lavoro del MC di Dover (Delaware), Chris Skillz. Segnatevi anche questo nome, perché la penna di questo MC è di notevole spessore, come dimostrato lungo questo viaggio introspettivo di 12 brani, durante i quali Chris Skillz tocca con grande sincerità svariati temi, dagli sbatti in strada alla religione, dal rapporto con la musica a quello con la depressione. Il tutto impreziosito dalle belle produzioni di Zain e dai versi illuminanti di Planet Asia, Fashawn, Blu, Left Lane Didon e All Hail Y.T.
Nonostante l’età, gli IAM non si sono certo risparmiati in questo 2021. Dopo Troisième Vague, lo storico gruppo marsigliese pubblica un ennesimo EP che ci riporta indietro nel tempo e ci fa riassaporare il suono che negli anni 90 fece letteralmente innamorare gli ascoltatori dell’epoca . Akhenaton, Shurik’n e compagni propongono un progetto maturo, con flow tradizionali e produzioni che risultano rilevanti anche dopo più di 20 anni. Quatrième Vague vede solo una collaborazione, quella di Relo, capace di portare avanti la tradizione della sua città ispirandosi proprio al gruppo hip hop marsigliese per eccellenza. Un incontro inevitabile che si concretizza in uno dei brani più apprezzati del disco: Vos hommes ont les mains sales. Una vera perla per gli amanti del suono del Rap francese più classico.
Abbiamo aperto la nostra rubrica dedicata agli album consigliati del mese omaggiando l’ultimo progetto di Dj Muggs, fondatore della Soul Assassins, e chiudiamo con il tributo in veste Sarda, che ha deciso di dedicargli il rapper cagliaritano Lil Pin, con l’assistenza di Nex Cassel, nelle vesti “inedite” di produttore. Il loro nuovo album, Sardinia Assassins, è, infatti, un condensato di barre al vitriolo e beat grezzi: 12 brani intitolati a personaggi reali o cinematografici, accomunati da una certa predisposizione per la violenza o da una mente sopraffina e glaciale, lungo i quali Lil Pin dimostra, ancora una volta, di avere pochi rivali in Italia quando si tratta di sputare rime crude su un microfono. Il marchio su Sardinia Assassins, è ancora una volta, quello di MxRxGxA, una delle realtà underground italiane più consistenti degli ultimi anni, la quale fornisce a Lil Pin la totalità degli sparring partners con cui il rapper cagliaritano scambia barre ad effetto, ad eccezione della solida, come sempre, partecipazione di Gast.
Siamo pronti a scommettere che Akz, giovane rapper del quartiere di Broadwater Farm (Londra Nord), membro della Original Farm Boys (#OFB), crew di cui fanno parte, tra gli altri, anche i più noti Headie One e Rv, sarà il prossimo nome pronto ad emergere nella competitiva scena della capitale del Regno Unito. Mentre in tutta Europa l’industria musicale e i giovani si stanno appropriando dei linguaggi e atteggiamenti delle “gang” londinesi, di tendenza grazie al fenomeno “Drill”, nella capitale britannica e in tutto il Regno, questo movimento giovanile è, in realtà, una sotto-cultura autoctona ben radicata e stratificata da tempo. Sono anni che qui i giovani di terza e quarta generazione, si contendono piccole porzioni di territorio in zone sovrappopolate e diseguali economicamente, ricorrendo, purtroppo, spesso e volentieri alla violenza. Drill, prima ancora che sotto-genere musicale e via d’uscita, è il modo in cui questi ragazzi comunicano il loro modo di vivere, la loro identità collettiva. Anche Akz è figlio e prodotto di questo ambiente: in The Come Up 1, la sua musica ancora dipinge vividamente la mentalità e le atmosfere che vive un ragazzo intrappolato in queste “trincee”, ma allo stesso modo mette in mostra le doti e il talento che, si spera, possano offrirgli una via d’uscita.