Selezione Hip Hop di Luglio
Abbiamo preparato delle brevi recensioni per guidarvi all’ascolto di alcuni dei migliori progetti Hip-Hop del mese, selezionati per voi dalla redazione di Throw Up Magazine. Sintonizzatevi sulle nostre playlist di Spotify e… Buon ascolto!
È da tempo che vi consigliamo di non dormire su questa ragazza ventiseienne di Buffalo, (NY), in arte Che Noir. Ammettiamo che vi possiate non fidare del nostro parere, ma se l’endorsement è da parte di Apollo Brown, uno dei migliori produttori in attività nella città di Detroit, una volta sede della prestigiosa Motown, non potete più fare finta di niente… Dopo di ché, al prossimo giro, ci potrebbe toccare ammonirvi, con un antipatico: “ve l’avevamo detto !!!”.
Si perché, il raffinato producer della “Città dei motori”, non casualmente ha messo la sua classe a disposizione del talento, ancora poco apprezzato, di Che Noir. In questo caso, infatti, la “stoffa” di liricista però, è talmente pregiata, che si fa fatica a trovare nel cosiddetto “rap game” colleghe e colleghi al microfono che possano competere con la penna della rapper di Buffalo. Che Noir, infatti, dimostra, sopra gli eleganti campioni soul, a cui Apollo Brown ci ha già abituato durante la sua brillante carriera, di star metabolizzando e maturando quel talento speciale, che, ci sentiamo di dire, l’Altissimo distribuisce a pochi privilegiati. Un dono capace di trasformare le parole in immagini, così vivide, da visualizzarle nella tua testa e allo stesso tempo farti riflettere intensamente, come ad esempio nei brani “Daddy’s Girl” o “Freedom”.
Non è un caso che liricisti del calibro di Black Thought, Ty Farris, Planet Asia e Skyzoo abbiano, in questo disco “As God Intended” incrociato le loro penne con Che Noir, senza mai riuscire ad oscurare la luce emanata dalle parole di questa giovane regina della scena Hip Hop U.S.A. Il tempo dimostrerà se il nostro è solo un abbaglio o questa ragazza ha davvero un dono speciale.
L’universo Hip Hop negli Stati Uniti, soprattutto, è così vasto e variegato, che spesso ci si perde e ci si trova confusi di fronte alla moltitudine di artisti e novità musicali che esso offre. La tentazione di guardare il dito, piuttosto, che la Luna che esso punta, è naturale, limitando in tal modo i nostri orizzonti. Ma se si è dotati della giusta curiosità, passione, dei giusti codici e una sorta di mappa per orientarsi, “l’orizzonte degli eventi” si proietterebbe più in là, consentendo di scoprire, ogni giorno, nuovi artisti che varrebbe la pena fossero più in vista.Questo è il caso, per noi, almeno, di questo rapper di Chicago, che la sua biografia indica attivo nell’underground della “wind-city” fin dal 2009, di nome WateRR.
Workshop of The Mind prodotto eccezionalmente da The Kurse, con la collaborazione, anche, di Motif Alumni e Beat Butcha, e che vede la partecipazione al microfono di Tristate e Ty Farris, è un album che contiene diversi spunti di riflessione e perle di saggezza su come stare al mondo come individui adulti e pensanti, indicando, soprattutto, un nuovo rapper verso cui tenere puntate le nostre attenzioni in futuro.
L.S.D o Lunar Solar Duality di Cambatta, come il titolo già di per sè potrebbe suggerire, è un potente viaggio psichedelico e, alquanto, paranoico, all’interno della mente di questo rapper di New Heaven, Connecticut. Cambatta ha la, quasi soprannaturale, capacità lirica di suscitare con le sue rime queste sensazioni allucinogene, ripercorrendo il suo passato turbolento, la dipendenza dalle droghe, in combinazione ad esoterismo, metafisica, visioni e complessi religiosi. Un talento lirico eccezionale accompagnato da un tappeto musicale ossessivo, che ti trascinano in un percorso quasi ultraterreno, violento e psicotico che non tutti potrebbero reggere.
Il lato oscuro della natura è quell’aspetto crudele dell’esistenza in cui domina la violenza e vige solo una legge: sopravvivere costi quel costi. Qui i lupi divorano le pecore e i cani si mangiano tra loro. Questo è, anche, il “Dark Side of the Nature” della vita di strada, descritto, con l’attitudine e la rabbia di chi vuole riscattarsene, da MAV e Rob Gates, membri di una delle crew più talentuose e sottovalutate degli ultimi anni, che ha in Rochester, N.Y. il suo quartier generale, la Da Cloth. A creare l’atmosfera musicale perfetta per il racconto di questo ambiente tetro e inospitale descritto da M.A.V e Rob Gates, dove il crimine si fa per necessità e non per fama, ci pensa il solito Big Ghost Ltd., ormai un’istituzione tra i produttori della scena underground americana. Alla fine di questa storia cruda dovreste coglierne anche la morale: se non appartenete a questo habitat, non avventuratevi ci solo perché pensate sia cool, potreste pagare un prezzo troppo caro!
Ormai è di pubblico dominio che il fulcro di questo “rinascimento” di un certo modo di intendere e interpretare lo street rap su samples, con un certo feeling nostalgico, che ha contagiato la scena underground Hip Hop, sia localizzato a Nord dello stato di New York.
In questa porzione di territorio al confine con il Canada, che gravita attorno a Buffalo, città del team Griselda, si aggiunge alla lista “città rinascimentali”, Niagara Falls, una cittadina sul confine canadese, nota per il parco che ospita le famose cascate e per diversi episodi di avvelenamento delle acque cittadine. A portare la bandiera di Niagara Falls, in questo movimento, ci pensa Jamal Gasol, che in “World Is Piff 2”, dimostra tutto il suo potenziale, grazie ad una voce incisiva e un repertorio di street rap, che ne dimostrano la fame di emergere e prendersi, finalmente, il suo spazio. Un progetto, inoltre, prodotto magistralmente e che vede, anche, gli ottimi featuring di Dj Big Mike, Lord Jah Monte, Vic Spence, Dark Lo (#freeDarkLo ), Planet Asia e Ymg Shooter.
Mentre la città di New York è alle prese con l’epidemia di Corona virus e le proteste contro il razzismo, il cosiddetto “drill newyorchese” è diventato il suono predominante della Grande Mela, spinto anche dal successo, purtroppo, postumo di Pop Smoke. C’è chi, anche però, al buio, sotto le insegne luminose difettose dei bassifondi di Long Island, del Bronx, Brooklyn o Harlem, porta avanti una certa tradizione, non curante delle nuove mode. Uno di questi “spitters”, fedeli alla linea”, è Bub Rock a.k.a Bubba Rock, che su samples dal sapore nostalgico, si apre rivelando all’ascoltatore aspetti ed episodi del proprio passato,stati d’animo e le riflessioni che affollano la mente di un ragazzo di zona.
The Rock Period è un album che, sicuramente, è più adatto ad essere ascoltato in cuffia durante una passeggiata notturna, in solitaria, nelle strade del vostro quartiere, mentre riflettete sulla vostra vita e sulle vostre amicizie, piuttosto che nei club di N.Y. o del mondo. Ed è giusto così, ad ogni momento la sua colonna sonora.
In un mondo perfetto un produttore come Buckwild non avrebbe bisogno di ulteriori presentazioni, ma ormai la nostra società fagocita musica ad un ritmo talmente veloce, che spesso resetta e dimentica, colpevolmente, il passato e coloro che hanno avuto un ruolo importante nella storia di questa Cultura. Buckwild è, infatti, lo storico producer del Bronx (NYC) membro del leggendario collettivo D.I.T.C ( Diggin’ In The Crates ), insieme ai vari Fat Joe, Big L, Lord Finesse, A.G., Diamond D etc. Insomma, siamo nel campo delle leggende…
Bene, Buckwild negli anni non ha certo esaurito la sua fame di Hip Hop e non poteva rimanere indifferente a questo “rinascimento” di un certo tipo di sonorità e capacità liriche. Ecco che, quindi, in “Fully Loaded” chiama alcuni dei migliori MCs di questa scena underground emergente, per scaricare le loro rime sopra i suoi beats, cuciti apposta per esaltare il talento degli ospiti, tra cui, ad esempio, Meyhem Lauren, Raekwon, Little Brother, Fly Anakin, Nick Grant, Rome Streetz e altri.
Sappiamo che l’argomento “strada” è fortemente abusato nel Rap. La maggior parte ne parla per conoscenza indiretta, alcuni, millantano, altri ne parlano come se fosse una gita al luna park per ragazzini, pochi, sanno davvero cosa comporta questa vita e sono capaci di trasmettere all’ascoltatore delle vere retrospettive delle “strade” e delle loro conseguenze, in maniera matura. 38 Spesh è senza ombra di dubbio uno di questi, oltre che un liricista incredibilmente dotato e, come se non bastasse,anche, ottimo beatmaker.
Infatti, “6 Shots: The Overkill”, seguito di “5 Shots” Ep del 2019, è un condensato di “street knowledge” e una breve guida per uomini veri, in 6 brani più “intro”, prodotti e rappati dal veterano MC di Rochester, con la partecipazione di Ransom e Eto.
See, you’re worried about who came with you
I worry about the people not here
It’s clear that we ain’t got the same issues
Arrivata al 5° capitolo, questa serie fenomenale di tapes del rapper, classe ‘95, di Brampton, Ontario ( Canada ) è la dimostrazione del grandissimo talento a disposizione di Raz Fresco.Superati i problemi legali, che lo hanno tenuto lontano dal microfono per qualche anno, è tornato più in forma che mai e nel giro di pochi mesi ha rilasciato 5 capitoli di “Magneto Was The Right Issue”, per il collettivo ed etichetta indipendente BKRSCLB. Tra linguaggio di strada, “fly talk” e insegnamenti dell’Islam dei 5 Percenters, Raz Fresco dà sfoggio del suo originale talento e, in qualche modo, riveste i panni di un supereroe dei fumetti, un afro canadese di strada, dotato di suprema saggezza (supreme wisdom) e skills liriche uniche.
Vi raccomandiamo non solo il numero 5, ma di rivisitare ogni singolo capitolo di questa serie, le cui copie fisiche, a quanto pare, saranno stampate e distribuite presto dall’italiana Tuff Kong Records.
È chiaro che nell’Hip Hop italiano ci sia un vuoto, da una parte, generazionale, dall’altra culturale: mentre la stragrande maggioranza dei giovani, sotto i 25 anni, nel nostro paese, ascolta ed è rappresentata da rapper o, autocelebratosi, “trapper” della loro generazione, validi o meno, chi ha superato i trenta invece, di solito, soffre una crisi d’identità musicale, che in alcuni casi, li porta ad odiare tutto ciò che sia novità. Purtroppo, carenza culturali in materia o preconcetti, possono colpire entrambi i lati delle “barricate”.
In Italia, a colmare questo “gap”, intercettare i nostalgici delle barre e dei samples, offrendo un prodotto che possa incuriosire, anche, chi non ha un certo background, prova ad inserirsi il collettivo MxRxGxA, capitanato da Gionni Gioielli, di cui il rapper milanese BLO/B è membro veterano. “B-Movie” sono circa 30 minuti di Rap fatto bene: barre e campioni, tra ironia e riferimenti cinematografici e artistici, capaci di intrattenere il pubblico, saturo di quel suono che in Italia è diventato predominante o perché no, anche chi non lo è.